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Quanto cibo sprechiamo?

Secondo la Fao la metà della frutta e verdura viene persa o sprecata. In Italia, osserva uno studio, lo spreco domestico corrisponde in media a 36 kg annui di alimenti pro capite
di Redazione

Il Global Panel on Agriculture and Food Systems for Nutrition in collaborazione con la Fao ha pubblicato il rapporto Prevenire la perdita e lo spreco di nutrienti attraverso il sistema alimentare: azioni politiche per diete di alta qualità ricordando che nel mondo una morte su cinque è strettamente connessa a diete di scarsa qualità – non solo denutrizione, ma anche le diete poco sane, infatti se 815 milioni di individui al mondo patiscono la fame e una persona ogni tre è malnutrita, una persona su otto soffre di obesità – evidenzia che un terzo di tutto il cibo prodotto per essere consumato, da persone, non arriva mai sulle tavole dei consumatori. La Fao sottolinea infatti che la metà della frutta e verdura viene persa o sprecata, mentre il 25% della carne prodotta, che secondo i calcoli equivarrebbe a 75 milioni di mucche, non viene consumata.

In particolar modo, per quel che riguarda l’Italia, il rapporto 2018 dell’Osservatorio Waste Watcher nell’ambito della campagna Spreco Zero di Last Minute Market, lo spreco domestico corrisponde in media a 36 kg annui di alimenti pro capite, mentre al livello della distribuzione, lo spreco pesa per 9,5 kg l’anno per ogni mq di superficie di vendita negli ipermercati e per 18,8 kg/anno per ogni mq nei supermercati. Da questi dati, il cibo in eccesso si traduce per ogni consumatore italiano in una produzione di spreco di 2,89 kg annui: 55,6 gr a settimana e 7,9 gr al giorno solo sul piano distributivo.

Lo spreco non lascia però indifferenti, infatti sempre secondo il rapporto dell’Osservatorio Waste Watcher, quattro italiani su cinque considerano un’assurdità buttare del cibo ancora buono, e quattro su dieci sostengono di aver prestato particolare attenzione nell’ultimo anno riducendo gli sprechi. I metodi più utilizzati secondo la ricerca sono quelli di prevenire a monte, quindi controllare il carrello della spesa e limitare l’acquisto ai cibo che servono davvero, soluzione adottata dal 96% degli italiani, e congelando le pietanze in eccesso.

 

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