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I dati Istat sulle condizioni di vita delle famiglie italiane

Nel 2017, il 20,3% delle persone residenti risulta a rischio di povertà; il 10,1% si trova in condizioni di grave deprivazione materiale
di Redazione

Nel 2017, il 20,3% (valore più o meno stabile rispetto al 20,6% del 2016) delle persone residenti in Italia risulta a rischio di povertà, cioè fa parte di famiglie il cui reddito disponibile equivalente nel 2016 (anno di riferimento dei redditi) è inferiore alla soglia di rischio di povertà pari a 9.925 euro (il 60% della mediana della distribuzione individuale del reddito disponibile equivalente); il 10,1% si trova in condizioni di grave deprivazione materiale (in forte diminuzione rispetto al 12,1% dell’anno precedente), mostra cioè almeno quattro dei nove segnali di deprivazione previsti. A renderlo noto è l’Istat, che ha diffuso i dati su Condizione di vita, reddito e carico fiscale delle famiglie. L’11,8% (12,8% nel 2016), prosegue l’Istituto nazionale di statistica, vive in famiglie a bassa intensità di lavoro, ossia in famiglie con componenti tra i 18 e i 59 anni che nel 2016 hanno lavorato meno di un quinto del tempo. Complessivamente, la popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale è pari al 28,9%, in diminuzione rispetto al 30,0% del 2016, e include tutti coloro che si trovano in almeno una delle suddette tre condizioni.

Nel 2017 si stima che le persone a maggior rischio di povertà o esclusione sociale ricadano in prevalenza in famiglie numerose con cinque o più componenti (42,7%, dal 43,7% nel 2016), in famiglie di coppie con tre o più figli (41,1%, in sensibile miglioramento dal 46,1% dell’anno precedente), in famiglie con tre o più minori (44,5% dal 47,3%), ma anche in quelle monogenitore (38,8%). Per le famiglie con cinque o più componenti il rischio di povertà e la grave deprivazione sono rispettivamente pari a 33,6% e 15,2%.

Elevati livelli di rischio di povertà o esclusione sociale si osservano anche tra coloro che vivono in famiglie con un solo percettore (45,1%) o in famiglie con fonte principale di reddito non proveniente da attività lavorative (34,3% se la fonte principale è la pensione e/o altro trasferimento pubblico, 65,9% se si tratta di altri tipi di reddito, come per esempio redditi da capitale). Analogamente al 2016, tra coloro che vivono in famiglie con almeno un cittadino straniero il rischio di povertà o esclusione sociale è quasi il doppio (49,3%) rispetto a chi vive in famiglie di soli italiani (26,5%). Il divario è più accentuato sia per il rischio di povertà (38,9% contro il 18,1%) sia per la grave deprivazione materiale (21,5% contro 8,8%). Di contro, la bassa intensità lavorativa risulta più che dimezzata tra gli individui in famiglie con almeno uno straniero (6,0% a fronte del 12,7% per le famiglie di soli italiani).

REDDITO DELLE FAMIGLIE E CARICO FISCALE
Nel 2016 il reddito netto medio annuo per famiglia, esclusi gli affitti figurativi, è pari a 30.595 euro, circa 2.550 euro mensili (+2% in termini nominali e +2,1% in termini di potere d’acquisto rispetto al 2015; nel 2016 la variazione dei prezzi al consumo è stata pari a -0,1%). La crescita interessa tutte le fasce di reddito ma è più accentuata nel quinto di famiglie meno abbienti, dopo il marcato calo del 2015. Al netto degli affitti figurativi, si stima quindi che il rapporto tra il reddito equivalente totale del 20% più ricco e quello del 20% più povero si sia ridotto da 6,3 a 5,9, pur rimanendo al di sopra dei livelli pre-crisi (nel 2007 era 5,2). Metà delle famiglie residenti in Italia percepisce un reddito netto non superiore a 25.091 euro l’anno (circa 2.090 euro al mese; +2,3% rispetto al 2015). Il reddito mediano cresce in tutte le ripartizioni: da +0,6% del Nord-ovest a +3,9% del Nord-est. L’aliquota media del prelievo fiscale sul reddito familiare è pari al 19,4%, stabile rispetto al 2015. Le famiglie sostenute da un solo percettore con reddito prevalente da lavoro autonomo riportano, lungo tutta la distribuzione dei redditi, aliquote medie fiscali inferiori rispetto alle restanti strutture di reddito familiare.

(fonte: Istat)

 

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