Manifatturiero, attività in contrazione a fine anno
Per la fine del 2018 l’indicatore di IHS Markit ha evidenziato un nuovo rallentamento della produzione e dei nuovi ordini relativi al settore manifatturiero. Un indebolimento che ha interessato sia l’Italia che l’Eurozona in generale. In verità, l’indice PMI relativo al nostro paese è leggermente aumentato, da 48.6 a 49.2, mantenendosi però sotto la soglia dei 50 punti che delimitano una fase di contrazione da un periodo di espansione dell’attività.
Nella scheda sul settore manifatturiero del nostro Paese, la società londinese spiega che «peggiorano di nuovo le condizioni del settore manifatturiero italiano alla fine del 2018, con produzione e nuovi ordini che continuano a diminuire. Anche se le aziende hanno continuato a creare nuovi lavori, il tasso di incremento dei livelli occupazionali ha rallentato ai minimi in quattro anni. La fiducia delle aziende intanto ha toccato i minimi in sei anni. Sul fronte dei prezzi, il tasso di inflazione dei costi ha rallentato ai minimi da settembre 2016, e di conseguenza i prezzi alla vendita sono aumentati ad un ritmo più lento». Le uniche industrie ad aver riportato miglioramenti delle condizioni operative sono state quelle del settore dei beni di consumo, mentre le condizioni di beni d’investimento sono rimaste più o meno stabili. Nonostante lo stock di nuovi ordini sia diminuito per il quinto mese consecutivo (sia quelli nazionali che quelli esteri) le aziende manifatturiere hanno continuato ad incrementare i livelli della manodopera. Tuttavia, il tasso di creazione di posti lavoro è stato marginale ed ha comunque rallentato fino a toccare il livello più debole dell’attuale serie di incrementi che dura da quattro anni.