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Gli italiani tra risparmio, investimenti e consumi

Così l'Osservatorio Findomestic: rispetto al 2018 si dimezza la quota di coloro che prevedono di non riuscire a risparmiare, mentre uno su tre si aspetta di mettere da parte fino al 10% del proprio reddito. Per i consumi la spesa aumenterà per oltre un italiano su cinque
di Redazione

Gli intervistati da Findomestic per l’Osservatorio mensile di gennaio sembrano esprimere giudizi positivi: se nell’anno appena concluso 4 su 10 non hanno accantonato nulla, per il 2019 quasi si dimezza (26%) la quota di coloro che prevedono di non riuscire a risparmiare, mentre uno su tre (33%) si aspetta di mettere da parte fino al 10% del proprio reddito. E anche sul fronte dei consumi la spesa aumenterà per oltre un italiano su cinque (21%), anche se calerà per uno su sette (14%). Tra quel 21% che quest’anno spenderà più del 2018, uno su quattro stima un incremento fino al 5%, il 29% tra il 5 e il 10% e il 21% tra il 10 e il 20%. Uno su dieci, inoltre, prevede di spendere anche più del 20% rispetto al 2017.

Il 27% degli intervistati prevede che l’aumento dei consumi sarà riservato prima di tutto per spese mediche, stessa quota per le spese di spostamenti, auto e moto, a seguire aumenteranno i costi per generi alimentari, viaggi e vacanze. Tra le voci di spesa che invece che gli intervistati prevedono di diminuire compaiono quelle legate all’acquisto di mobili, abbonamenti tv e servizi on-demand e anche a spese più contenute come cene fuori, prevista in diminuzione del 27%, libri e tempo libero, -19%.

In linea generale gli intervistati, valutando la propria situazione personale, si dicono ottimisti: il 60% di essi dichiara di essere ottimista o moderatamente ottimista. Percentuale che invece si ribalta se l’oggetto di osservazione diventa il paese nel complesso: in questo caso il 65% appare invece pessimista o moderatamente pessimista.

La maggiore propensione al risparmio dichiarata dagli intervistati, poco meno della metà del campione – il 47% – prevede di investire nel 2019, per il 14% di essi specie se pensionati, la scelta ricadrà su prodotti finanziari, e beni immobili, il 10% su cui puntano invece soprattutto i giovani under 35. Mentre la restante parte opterà per investimenti in gioielli e criptovalute – che compreranno in particolar modo studenti universitari e giovani professionisti -, scelte entrambe dal 4%, ed infine opere d’arte.

 

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