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I timori per una nuova crisi economica

Giovedì l'Istat diffonderà i dati preliminari del Pil per il quarto trimestre 2018, la Banca d'Italia non ha escluso una recessione tecnica. Il 59% degli intervistati da Tecnè si dice preoccupato
di Redazione

Giovedì l’Istat comunicherà i dati preliminari del Pil per il quarto trimestre del 2018, in altre parole sarà il momento in cui potremo verificare se i timori della Banca d’Italia di una recessione tecnica – la variazione negativa per almeno due trimestri consecutivi del Prodotto interno lordo e il terzo trimestre 2018 aveva fatto registrare una diminuzione dello 0,1%, la prima in poco più di tre anni – si tramuteranno in realtà.

Cosa aveva detto la Banca d’Italia nello specifico? Nel recente bollettino economico veniva osservato che «gli indicatori congiunturali disponibili suggeriscono che l’attività potrebbe essere ancora diminuita nel quarto». Questo perché «secondo le informazioni disponibili, in autunno l’attività potrebbe essersi ulteriormente contratta», in particolare «l’attività sarebbe rimasta pressoché stabile nei servizi, si sarebbe ridotta nell’industria in senso stretto e sarebbe aumentata marginalmente nel comparto edile».

Quella del terzo trimestre 2018, si diceva all’inizio, è la prima contrazione dopo una serie di 14 trimestri positivi. Ma stando alle rilevazioni della CGIA, la crescita dell’Italia è stata pressoché ferma. «Dall’inizio del 2000 – registra chi ha condotto l’analisi – fino al 2018 la ricchezza nel nostro Paese (Pil) è cresciuta mediamente dello 0,2% ogni anno. Niente a che vedere con quanto successo nei due ventenni precedenti. Se tra gli anni ’80 e ’90 la crescita è stata del 2%, tra il 1960 e la fine degli anni ‘70 l’aumento del Pil è stato addirittura del 4,8% medio annuo» («gli anni ’60 e ‘70 – precisa tuttavia la CGIA – sono stati quelli del boom economico, ma anche della prima crisi energetica scoppiata nel 1973 che ha innescato molti effetti negativi che abbiamo pagato negli anni successivi»).

In un quadro di consumi che non decollano, di un commercio estero che ha mostrato qualche scricchiolio durante l’anno e un contesto internazionale che non aiuta granché, non stupiscono le preoccupazioni espresse dagli intervistati di Tecnè sulla possibilità di una nuova crisi economica. Il 59%, infatti, si dice preoccupato, mentre non lo è il 26% (non sa il 15%).

NOTA METODOLOGICA
Campione rappresentativo della popolazione maggiorenne residente in Italia, articolato per sesso, età, area geografica.
Estensione territoriale: intero territorio nazionale
Numerosità del campione: 1000 casi [totale contatti 4.204 – rispondenti 1.000 – rifiuti/sostituzioni 3.204]
Metodo di rilevazione: CATI-CAMI-CAWI
Margine di errore: +/- 3,1% (sui risultati a livello dell’intero campione)
Data di effettuazione delle interviste: 20-21 gennaio 2019
Committente: Tecnè S.r.l.
Soggetto che ha realizzato il sondaggio: Tecnè S.r.l.
Il documento completo è disponibile sul sito: sondaggipoliticoelettorali.it

 

2 Commenti per “I timori per una nuova crisi economica”

  1. […] Confermati i timori di recessione tecnica, già paventati dalla Banca d’Italia. Nel quarto trimestre del 2018 si stima che il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e sia aumentato dello 0,1% in termini tendenziali. «Il quarto trimestre del 2018 – ricorda l’Istat – ha avuto una giornata lavorativa in meno rispetto al trimestre precedente e due giornate lavorative in più rispetto al quarto trimestre del 2017». […]

  2. […] Confermati i timori di recessione tecnica, già paventati dalla Banca d’Italia. Nel quarto trimestre del 2018 si stima che il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e sia aumentato dello 0,1% in termini tendenziali. «Il quarto trimestre del 2018 – ricorda l’Istat – ha avuto una giornata lavorativa in meno rispetto al trimestre precedente e due giornate lavorative in più rispetto al quarto trimestre del 2017». […]

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