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Cittadini comunitari e non: dov’è maggiore il rischio di povertà

Nel 2017 in Europa il 41,2% dei cittadini non appartenenti all’UE era considerato a rischio povertà, secondo l’Eurostat

di Redazione

Secondo l’ultimo rapporto Eurostat, nel 2017 in Europa il 41,2% dei cittadini non appartenenti all’UE era considerato a rischio povertà. L’ufficio statistico differenzia e compara il dato con la percentuale di cittadini dell’Unione a rischio povertà, al 21,9%, e con il 15,3% dei cittadini nazionali.

Quindi dai dati emerge che quattro cittadini stranieri su 10 erano considerati nel 2017 a rischio povertà, quota che si abbassava notevolmente se ad essere presi in considerazione erano i cittadini stranieri, che provenivano pur sempre da paesi appartenenti all’Unione europea.

Per l’Eurostat il tasso del rischio di povertà rappresenta la quota di persone con un reddito disponibile equivalente al di sotto della soglia di rischio di povertà, fissata al 60% del reddito disponibile equivalente mediano nazionale.

Tra gli Stati membri dell’UE, il tasso di rischio di povertà registrato per i cittadini non comunitari è più alto in Belgio dove raggiunge il 55%, a cui segue la Spagna, in cui oltre il 51% è a rischio, la Croazia, la Svezia, in cui la quota di cittadini extracomunitari a rischio è di poco inferiore al 48%.

Per quanto riguarda i cittadini europei stranieri in paesi membri invece, il rischio di povertà è maggiore in Ungheria, 39,8%, in Spagna e in Grecia, che registrano rispettivamente una percentuale del 35,2% e del 32,1%.

Mentre il tasso del rischio di povertà per i cittadini nazionali, quindi quelli residenti nella propria nazione di origine, sono registrati in Romania, in cui oltre un cittadino su 5 è a rischio, Spagna, Bulgaria, Lituania e Italia, paese in cui la percentuale di italiani a rischio è al 18,1%.

In generale il paese in cui la differenza tra le diverse categorie è inferiore è il Regno Unito, in cui il rischio di povertà di cittadini nazionali, di stranieri comunitari e extracomunitari è tra il 20 e il 15%. Mentre i paesi che hanno singolarmente registrato i tassi più bassi sono la Repubblica Ceca ha registrato il più basso tasso di rischio di povertà per i cittadini nazionali, 7,7%. L’Estonia invece ha riportato il più basso tasso per i cittadini stranieri dell’UE 3%, mentre l’Ungheria ha il più basso tasso di rischio di povertà per i cittadini non comunitari (12%).

Per quanto riguarda l’Italia, stando ai dati dell’Istat, con riferimento sempre al 2017, la stima dei residenti a rischio povertà è del 28,9%, mentre se si parla di povertà assoluta, il gap tra cittadini stranieri e italiani è evidente: si trovano in questa condizione il 6,2% degli italiani e il 32,3% degli stranieri.

 

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