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Linkedin: le assunzioni nel 2018

Il rapporto conferma l’andamento positivo già evidenziato dall’Istat, secondo cui l’occupazione a gennaio è risultata in lieve aumento

Dai dati dell’ultimo rapporto Linkedin “Recruiter Sentiment Italia 2019”, che analizza il trend delle assunzioni nel paese, emerge che il campione di responsabili delle Risorse Umane intervistati per l’occasione conferma l’andamento positivo già evidenziato dall’Istat, secondo cui l’occupazione a gennaio è risultata in lieve aumento.

Secondo il 50% dei responsabili delle HR provenienti da diverse industrie, nel 2018, in Italia è aumentato il numero delle assunzioni, il 40% ritiene che il mercato del lavoro abbia registrato un andamento stabile, mentre solo il 10% ha notato una diminuzione delle assunzioni rispetto l’anno precedente. Stando al rapporto, l’andamento positivo è trainato in particolar modo dal settore manifatturiero, a cui segue quello tecnologico e della produzione di software, il settore tech relativo ai servizi ed infine il food e beverage.

Mentre tra i motivi per cui gli intervistati notano questo aumento delle assunzioni si evidenziano: la presenza di posti di lavoro che non erano stati ancora ricoperti in passato, secondo il 35% degli HR, le esigenze specifiche dei settori industriali, per il 39%, la disponibilità nel mercato del lavoro di candidati con il giusto livello e con le adeguate competenze, secondo il 48%,  e più in generale, secondo il 57% degli intervistati, una crescita del business in Italia.

Viceversa, per il 10% di coloro che hanno indicato un tasso di assunzione a ribasso nel 2018, il 40% ritiene che il motivo sia da imputare alla mancanza di candidati adeguatamente preparati soprattutto in ambito digitale, il 30% invece sostiene che i principali motivi siano le assenze di strumenti di selezione adeguati e processi di recruitment troppo lunghi.

In generale, secondo gli intervistati, ai candidati italiani non mancherebbero solo conoscenze specifiche ma anche soft skills, infatti tra le competenze di cui c’è maggiormente carenza, solo la prima riguarda hard skill, ovvero la conoscenza in campo digitale e di coding – che è anche la più ricercata dalle aziende -, a cui seguono soft skills quali la capacità di problem solving, la creatività, l’organizzazione e la gestione del tempo, il senso di collaborazione ed infine il senso di leadership.

 

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