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Lotta al cambiamento climatico, studenti in piazza

Venerdì 15 marzo si terrà il Global Strike for Future. Dall’inquinamento al surriscaldamento globale, le sfide del futuro

di Redazione

Domani, venerdì 15 marzo, si terrà il Global Strike for Future, lo sciopero indetto da giovani e studenti per chiedere a capi di stato e di governo azioni concrete contro i cambiamenti climatici. La marcia, nata spontaneamente sulla scia degli scioperi settimanali Friday for future, diffusi attraverso i social da un’iniziativa della sedicenne svedese Greta Thunberg, è la più importante dall’inizio delle manifestazioni studentesche per il successo che sta riscuotendo, hanno aderito infatti oltre 100 paesi in tutto il mondo, per un totale di 1.600 città che vedranno giovani sfilare senza bandiere per riprendersi il proprio futuro.

È proprio dai giovani ed in particolare da Greta, proposta per il Nobel per la pace e diventata simbolo di una generazione che presta particolare attenzione ai rischi del cambiamento climatico, che nasce la sensibilizzazione e la spinta al cambiamento, necessario per sperare di avere ancora un futuro. All’appello della mobilitazione generale degli studenti rispondono anche i giovani italiani, manifestazioni e scioperi sono previsti in oltre 100 piazze.

Contro i rischi legati alla questione ambientale si è espresso anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella secondo cui, gli sforzi compiuti fino ad ora per scongiurare la crisi climatica globale sono stati «significativi, ma ancora insufficienti».

In effetti i dati che riguardano l’ambiente prevedono una vera e propria crisi climatica: secondo il nuovo rapporto dell’Onu, anche se si dovessero tagliare le emissioni di gas serra come previsto dall’accordo di Parigi del 2015, le temperature invernali nell’Artico aumenteranno dai 3 ai 5 gradi entro il 2050, sciogliendo i ghiacciai e provocando l’innalzamento del livello del mare in tutto il mondo. Si stima infatti che in 40 anni il ghiaccio artico sia diminuito del 40% e che all’attuale ritmo delle emissioni di CO2 entro il 2030 le estati artiche saranno prive di ghiaccio. A dare prova dell’impossibile di prorogare azioni concrete il 2018 è stato il quarto anno più caldo mai registrato, mentre il Italia e in Europa il più caldo di sempre. Gli effetti dannosi del cambiamento climatico sono anche direttamente percepibili dall’uomo: l’inquinamento atmosferico, secondo il bilancio dell’Onu, è la principale causa di malattie e provoca oltre sei milioni di morti premature l’anno.

 

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