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Perché Wikipedia sta protestando

La versione italiana dell’enciclopedia online è nuovamente oscurata, fino a domani, come segno di protesta contro l’approvazione della direttiva sul diritto d’autore che potrebbe ledere la libertà d’espressione.

Di Redazione

La pagina italiana di Wikipedia, l’enciclopedia libera online, dalle 8 di questa mattina e per 24 ore sarà oscurata, il procedimento è stato attuato come forma di protesta in vista dell’approvazione della versione definitiva della direttiva sul copyright che si voterà domani al Parlamento Europeo.

In particolar modo ciò che si contesta sono gli articoli 11 e 13 della direttiva che andando a cambiare le regole sulla libera circolazione delle informazioni andrebbero a limitare la libertà d’espressione e quindi ledere direttamente il lavoro svolto dalle pagine di Wikipedia: come spiega il banner informativo, «la direttiva darà agli editori il potere di limitare la diffusione di notizie e titoli in ogni sito altrui (articolo 11). Costringerà inoltre quasi tutti i siti ad analizzare preventivamente ogni contributo dei propri utenti per bloccarli automaticamente se non autorizzati dalle industrie del copyright (articolo 13)».

La versione italiana del sito aveva già portato avanti queste istanze tramite una protesta – che aveva previsto anche in quel caso l’oscuramento delle pagine – ingaggiata a luglio dello scorso anno pochi giorni prima della discussione in Parlamento Europeo della stessa direttiva sul diritto d’autore, tramite un appello di sensibilizzazione rivolto sia agli europarlamentari che agli utenti.

Domani si voterà la versione della riforma sul copyright approvata dal Parlamento a settembre 2018, e successivamente elaborata in fase di concertazione tra la Commissione, il Parlamento e i rappresentati degli Stati membri dell’Unione Europea, rigettata però nella stesura finale a gennaio di quest’anno da alcuni paesi, tra cui l’Italia. A febbraio, nonostante le proteste e una petizione contro la riforma che ha raccolto più di cinque milioni di firme, i negoziatori del Parlamento Europeo e del Consiglio d’Europa hanno annunciato il raggiungimento di un accordo sul testo finale che contiene ancora sia l’articolo 11, sia l’articolo 13.

La protesta della versione italiana del sito si unisce a quella già avvenuta il 21 marzo e che ha visto oscurare per lo stesso motivo le pagine di Wikipedia in tedesco, slovacco, ceco e danese e ai cortei svolti sabato in molte città tedesche.

 

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