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La situazione delle carceri in Europa e in Italia

Il nostro Paese rientra tra gli otto che hanno indicato di avere un serio problema di sovraffollamento nelle carceri

di Redazione

Secondo l’ultimo rapporto delle Statistiche penali annuali del Consiglio d’Europa, meglio conosciuto come SPACE, che fotografa la situazione penitenziaria degli stati del Consiglio d’Europa al 31 gennaio 2018, il tasso di detenzione complessivo in Europa è sceso del 6,6% dal 2016. Questo conferma una tendenza già iniziata nel 2012 di diminuzione del tasso di detenzione, che si deve soprattutto alla minor durata della detenzione stessa, passata in media da 8,8 mesi a 8,2.

I paesi, in cui il tasso di detenzione è diminuito in misura maggiore, sono Romania (-16%), la Bulgaria (-15%), e la Norvegia (-11,6%), mentre tra quelli in cui è aumentato di più l’Islanda (+25,4%) e a distanza l’Italia e i Paesi Bassi che registrano entrambi un +7,5% e un +5,9%.

Nonostante l’aumento registrato in questi paesi, le percentuali non si avvicinano a quelle degli Stati che, pur mantenendo una stabilità rispetto agli anni precedenti, continuano ad avere un elevatissimo tasso di detenzione, come la Russia con 418,3 detenuti per 100.000 abitanti, la Georgia 252,2, e Azerbaigian e Lituania con 235. Islanda e i Paesi Bassi sono invece tra gli Stati con minor numero i detenuti per 100.000 abitanti.

Nello specifico, l’Italia rientra tra gli otto paesi del Consiglio d’Europa che hanno indicato di avere un serio problema di sovraffollamento nelle carceri, con 115 detenuti ogni 100 posti disponibili nelle carceri, quarta nella classifica sulla concentrazione dopo la Francia che ha 116,3 detenuti per ogni 100 posti, la Romania, oltre 120, e la Macedonia del Nord, 122,3.

In totale, sono 12 i Paesi con carceri sovraffollate, quindi con numero di reclusi pari o superiore al numero dei posti disponibili – il problema è ritenuto serio se si superano i 105 detenuti per 100 posti -, anche se, secondo lo SPACE, la questione potrebbe riguardare molti più paesi, sia perché lo spazio disponibile è calcolato in maniera diversa, sia perché il rapporto presenta la densità delle prigioni e non delle celle, che possono contenere fino a 9 detenuti.

Per quel che riguarda la composizione interna dei detenuti, l’Italia è, secondo i dati disponibili – e quindi limitati poiché non tutti gli Stati li rendono noti -, il secondo paese per numero assoluto di detenuti stranieri: al 31 gennaio 2018 erano 19.818, dopo solo i 24.483 della Germania. Ha inoltre una percentuale molto più alta della media Europea, 34,5% a confronto del 22,4%, sia di detenuti in attesa di giudizio, che di reclusioni per reati legati alla droga: il 31,1% dell’intera popolazione carceraria italiana contro una media europea del 16,8%. Infine, l’Italia è, al pari della Francia, nel 2017, il terzo paese per spese d’amministrazione: 2,7 miliardi, meno dei 3,1 spesi dalla Germania e 3,9 miliardi della Russia.  

Secondo l’ultimo rapporto del 2017 realizzato dall’Associazione Antigone, che si occupa di tutelare i diritti delle persone che si trovano in carcere, la vivibilità delle carceri italiane è problematica, visto che solo nel poco meno del 70% degli istituti detentivi vengono assicurati i 6 metri quadri di spazio vitale, che il Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura ha definito come standard minimo. E ancora: nell’8,1% delle strutture il riscaldamento in cella non è funzionante, nel 43% delle celle manca l’acqua calda e il tasso di occupazione della popolazione carceraria è al 30%.

 

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