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C’è fiducia nell’UE, meno nei suoi organismi

L’immigrazione tra i temi più sentiti dai cittadini europei, secondo un’indagine ripresa dal Pew Research Center

di Redazione

La ricerca diffusa recentemente dal Pew Research Center relativa al mood dei cittadini europei, sulla base dei dati Spring 2018 Global Attitudes Survery, può essere un punto di riferimento importante sui temi di attualità e sull’UE, a quasi un mese dalle elezioni di maggio per il rinnovo del PE (la ricerca è stata svolta in dieci paesi: Italia, Spagna, Francia, Germani, Polonia, Olanda, Grecia, Regno Unito, Ungheria e Svezia). In generale dalla ricerca è emerso che il sentimento degli intervistati verso l’Unione europea è positivo: il 62% ha una visione favorevole – che aumenta se si considera solo il parere dei giovani under 29 – , mentre l’atteggiamento è meno deciso se si dà una valutazione dei suoi organi interni, con una media del 50% che ha un’opinione positiva del Parlamento europeo e il 48% della Commissione.

La valutazione che in Italia si ha delle istituzioni sovranazionali si colloca per tutte e tre al di sotto della media europea: l’UE è positiva per il 58%, il Parlamento per il 48%, mentre la Commissione europea per il 41% degli italiani. Nella classifica generale dei dieci paesi spiccano agli estremi per valutazioni la Polonia – in cui il 72% ha un’opinione positiva verso l’Ue – e la Grecia, dove invece la stessa percentuale scende al 37%. In generale l’Unione europea rispetta i valori per cui è stata creata, quindi secondo la maggior parte degli intervistati è un’istituzione in grado di promuovere pace, prosperità e valori democratici, anche se spesso non è in grado di cogliere le necessità dei cittadini.

La visione positiva che è stata espressa per l’Unione europea è sintomo di una fiducia nelle istituzioni che non trova una corrispondenza diretta nella percezione, molto più negativa, di come la stessa stia affrontando i principali temi politici e sociali dell’attuale scenario, tra questi i problemi economici, rispetto ai quali solo il 40% degli intervistati approva l’operato Ue; la Brexit tema verso cui il 38% degli europei condivide il modo in cui l’Ue sta trattando, con picchi di approvazione in Germania e Olanda, ed infine la questione migranti. In questo caso solo il 23% degli europei intervistati è d’accordo con il modo in cui Unione europea si sta occupando del caso, con il consenso italiano che scende al 16%. L’Italia, però, pur essendo sotto la media, non è tra i paesi che esprimono un tasso di approvazione minimo, prima nella classifica si collocano infatti Ungheria, Svezia e la Grecia, dove in particolare solo il 7% condivide la linea europea.

Anche se il clima europeo sul tema migranti non è polarizzato, se il 41% ritiene che siano un fardello che toglie ai cittadini lavoro e benefit sociali, il 53% pensa invece che possano rendere il paese più forte. La media europea tenta di sintetizzare quello che in realtà per molti paesi a livello nazionale è molto più delineato: un esempio sono stati l’Ungheria e la Grecia, in cui il 73-74% della popolazione ritiene che gli immigrati siano un peso, mentre rispettivamente solo il 5 e il 10% ritiene che rafforzino il paese. L’Italia rientra tra il gruppo che giudica negativamente l’afflusso migratorio, anche se si colloca – almeno per la prima percentuale – a lunga distanza dalla Grecia: per il 54% degli italiani gli immigrati sono un peso, mentre solo per il 12% possono rappresentare un punto di forza. Dal lato opposto, il Regno Unito invece in cui più di sei inglesi su dieci sostengono che i migranti possano rafforzare il paese, mentre poco meno di tre su dieci li ritiene un onere.

Per quel che riguarda l’impatto dell’immigrazione sulla criminalità, l’opinione pubblica è divisa: il 45% degli intervistati ritiene che gli immigrati siano da incolpare più che altri gruppi, mentre il 38% sostiene invece che abbiano più responsabilità nei crimini. Il dato è forse condizionato anche dalla lontananza che i locali possono percepire: il 51% dei cittadini europei intervistati pensa che gli immigrati vogliano essere distinti dalla “nostra” società.

Dal sondaggio emerge comunque che a destare preoccupazioni non è solo l’immigrazione, anche l’emigrazione è percepita come un problema, dal 58% della popolazione intervistata. In particolar modo coloro che lasciano il proprio paese per cercare lavoro all’estero sono visti con preoccupazione soprattutto in Sud Europa, nello specifico in Grecia, Spagna, in cui rispettivamente l’89 e l’88% della popolazione considera l’emigrazione un problema, e Ungheria e Italia, l’80% degli intervistati.

 

1 Commento per “C’è fiducia nell’UE, meno nei suoi organismi”

  1. daria p

    Forse, se gli africani arrivassero anche in Inghilterra e non fossero fermati prima, la percezione inglese dei migranti illegali come “punti di forza” sarebbe meno netta.

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