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«Possibile miglioramento dei ritmi produttivi»

Restano i rischi al ribasso per l’economia, spiega però l’Istat. Intanto la Commissione europea taglia le stime di crescita dell’Italia, +0,1% nel 2019

di Redazione

Lievi schiarite per l’economia italiana, nonostante i rischi al ribasso che pure restano, legati al contesto internazionale e alle ultime tensioni commerciali nella disputa Usa-Cina. Spiega l’Istat nella nota mensile economica che ad aprile l’indice del clima di fiducia dei consumatori è sceso per il terzo mese consecutivo e tutte le componenti sono risultate in peggioramento con una diminuzione più contenuta per le attese sul futuro. Intanto, la Commissione europea taglia le stime di crescita dell’Italia: nel 2018 il Pil cresce dello 0,9%, nel 2019 dello 0,1% e nel 2020 dello 0,7%.

Con riferimento alle imprese, prosegue invece l’Istat, l’indice di fiducia continua a fornire segnali altalenanti: ad aprile si è nuovamente ridotto dopo l’aumento di marzo. La flessione dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese è risultata diffusa tra i settori economici con un miglioramento solo per le imprese delle costruzioni. Nel settore manifatturiero, per il quale l’indice ha segnato il calo più lieve, sono peggiorati i giudizi sul livello degli ordini e sulle attese sulla produzione, con una diminuzione del saldo relativo alle scorte di magazzino. L’indicatore anticipatore, dunque, ha registrato una flessione meno marcata rispetto ai mesi precedenti, prospettando un possibile miglioramento dei ritmi produttivi.

In generale, osservando il quadro internazionale, la fase di bassa crescita dell’economia mondiale, confermata dagli indicatori di inizio 2019, ha interessato un numero crescente di paesi. Le prospettive economiche continuano a essere caratterizzate da rischi al ribasso.

Secondo la stima preliminare, nel primo trimestre 2019, il Pil italiano ha interrotto la fase di lieve flessione che aveva caratterizzato la seconda parte del 2018, registrando un aumento congiunturale pari a 0,2%. A marzo, anche il mercato del lavoro ha mostrato segnali di ripresa, segnando un ulteriore miglioramento del tasso di occupazione e una riduzione della disoccupazione che, tuttavia, si mantiene ancora distante dai livelli registrati nell’area euro. Aumenta marginalmente l’inflazione al consumo, ma con un’intensità più contenuta rispetto alla media dell’area dell’euro.

(fonte: Istat)

 

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