Il settore farmaceutico traina l’export italiano
Analisi di SACE: si registra un andamento positivo anche nei primi mesi del 2019 (+15,3%) dopo l’incremento del periodo 2015-18
di Redazione
È il settore farmaceutico a trainare l’export italiano. Dopo l’incremento di circa il 30% nel periodo 2015-18, l’andamento è positivo anche nei primi mesi del 2019 (+15,3%), sostenuto sia dai paesi UE – Francia e Germania – sia da quelli extra-UE – India, Russia, Cina e Stati Uniti. Queste ultime due geografie – spiega il Gruppo Sace nella sua consueta analisi sull’export – hanno favorito anche l’export di tessile e abbigliamento, insieme alla Svizzera (specie per gli articoli in pelle) e al Giappone. È stato invece più modesto l’incremento della meccanica strumentale (+1,7%), con significative eccezioni in India, Spagna, Usa e Russia. Positive infine le performance di alimentari e bevande e metallurgia.
A marzo l’export italiano è rimasto stabile (0%) rispetto allo stesso mese del 2018, con un andamento positivo nei mercati UE e negativo nell’area extra-UE. A livello settoriale, spiega ancora Sace, ha pesato la flessione dei beni strumentali, i quali a marzo 2018 avevano registrato un forte aumento dovuto a transazioni una tantum. Eliminando tale “effetto base” la variazione tendenziale risulta positiva (+1,3%). Nel complesso del primo trimestre, il valore dell’export italiano è invece aumentato del 2%. Tra i fattori trainanti dell’export nei Paesi Ue si osserva l’effetto scorte per la temuta hard Brexit (UK: +17%). Francia sopra la media (+2,3%) grazie a farmaceutica e moda. Spagna in lieve calo (-0,6%), ma con macchinari in forte controtendenza (+8,1%). Svizzera (+15,6%), Giappone (+8,8%) e Usa (+6,7%) tra i migliori dell’area extra-Ue. In marcato calo invece Turchia e Mercosur. Più lieve la flessione in Russia. Stabile la Cina (+0,5%).
(fonte: Sace)