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Cresce il Pil dell’Eurozona, ma rallenta nel secondo trimestre

I rischi al ribasso per l’economia dell’area euro continuano ad essere legati alla Brexit e alle tensioni commerciali

di Redazione

«All’interno di una fase caratterizzata da un forte rallentamento del commercio mondiale e da un aumento dell’incertezza sui mercati, nel primo trimestre del 2019 il Pil nell’area dell’euro è aumentato dello 0,4 (+0,2% nel quarto trimestre 2018). La crescita del Pil è stata trainata principalmente dalla domanda interna, caratterizzata sia da un andamento positivo dei consumi privati (+0,5%) e, in misura maggiore, degli investimenti fissi lordi (+1,1%), spinti dalla ripresa di quelli in costruzioni». Lo scrive l’Istat nell’Eurozone Economic Outlook. 

Nel primo trimestre, spiega la nota, il declino del commercio mondiale ha condizionato l’andamento delle esportazioni e delle importazioni dell’area dell’euro, anche se la domanda estera netta ha fornito un contribuito positivo alla crescita del Pil. Il miglioramento dei ritmi produttivi appare diffuso tra i principali paesi seppure con intensità diverse: la Germania ha segnato un significativo recupero (+0,4%) dopo una stagnazione nel quarto trimestre del 2018; Francia e Spagna hanno mantenuto un orientamento positivo (+0,3% e +0,7% rispettivamente) mentre l’Italia ha interrotto la fase negativa che aveva caratterizzato i due trimestri precedenti (+0,1%).

Nello stesso periodo la produzione industriale ha registrato un significativo rimbalzo congiunturale (+0,9% rispetto al trimestre precedente), sostenuta da beni di consumo durevoli e non durevoli. La produzione di energia ha ristagnato a causa del clima mite mentre la produzione di beni capitali ha segnato un aumento più contenuto. Ad aprile la produzione industriale è diminuita dello 0,5%, con un peggioramento diffuso tra i raggruppamenti ad eccezione dell’energia e del lieve aumento dei beni non durevoli.
Nello scenario previsivo la produzione industriale dovrebbe diminuire nel secondo trimestre (-0,3%) per poi crescere nuovamente nei trimestri successivi (+0,3% sia per il terzo sia per il quarto trimestre).

In conclusione, le prospettive per l’area dell’euro presentano diversi rischi al ribasso, legate all’incertezza sulla gestione della Brexit. Un ulteriore elemento sfavorevole potrebbe riguardare l’introduzione di nuove tariffe degli Stati Uniti nei confronti delle autovetture provenienti dai paesi europei. Entrambi i fattori potrebbero condizionare negativamente il percorso di crescita della zona euro.

La crescita del PIL nell’area dell’euro dovrebbe subire un rallentamento nel secondo trimestre (+0,3%), per poi accelerare lievemente nella seconda parte dell’anno (+0,4% per entrambi i trimestri successivi). Il mercato del lavoro continua a fornire segnali positivi: nel primo trimestre è aumento il numero di occupati (+0,3%) mentre ad aprile, il tasso di disoccupazione è diminuito ulteriormente (7,6%), il livello più basso dalla fine del 2008.

(fonte: Istat)

 

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