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Laureati e occupazione: il confronto tra Italia e Europa

Il nostro paese si colloca molto al di sotto della media europea per numero di occupati a tre anni dalla laurea, secondo dati Eurostat

di Silvia Capone

Nel 2018 il tasso di occupazione dei neolaureati nell’Unione Europea è stato dell’85,5%. Secondo gli ultimi dati diffusi nei giorni scorsi dall’Eurostat, la percentuale di giovani tra i 24 a i 35 anni che a tre anni dalla laurea hanno trovato un impiego, sono in diminuzione di 1,4 punti percentuali dal 2008, ma in aumento rispetto all’84,9% dello scorso anno. 

Approfondendo i dati europei a livello dei singoli paesi si nota che l’Italia è alla penultima posizione, solo il 62,8% dei neolaureati non più impegnati in percorsi di formazione, ha un’occupazione.

Dal rapporto, il confronto tra i paesi membri fa emergere il divario che si evidenzia nettamente tra l’Italia e le economie europee, non solo quelle più avanzate: precede, con oltre 10 punti percentuali di differenza, la Croazia che pur tra gli ultimi posti, può vantare un tasso di occupazione del 75,2%, mentre, un risultato peggiore è ottenuto solo dalla Grecia in cui a tre anni dalla laurea solo il 59% degli ex studenti, ora lavora.

Tra i paesi che dominano la classifica Malta annovera quasi la totalità dei neolaureati come occupati, il 96,7%, seguita dall’Olanda e dalla Germania, rispettivamente 94,8% e 94,3%. Sotto la media europea, ma comunque molto al di sopra della percentuale italiana si osservano due paesi come Francia e Spagna, in cui la percentuale media di occuparti scende a 88,4% e 77,9%. Non spiccano particolarmente, invece, Regno Unito, Finlandia e Danimarca, tutte tra l’88,7% e l’88,4%. Un risultato migliore è ottenuto dai paesi dell’est: Repubblica Ceca, Ungheria, Lettonia, Lituania, Estonia, Polonia e Romania possono tutte contare su un alto tasso di laureati occupati, tutti sopra l’88,9%.

Il problema dell’Italia che riguarda il tasso di occupazione tra i neolaureati, si riversa anche sulla scelta a monte dei giovani italiani. Infatti l’Italia è alla penultima posizione, non solo per i neolaureati occupati, ma anche per quel che riguarda la percentuale giovani laureati al 2017 (anche se i dati nazionali evidenziano una continua ma recente crescita delle immatricolazioni), che è del 26% – prima solo della Romania 25% -, di contro ad una media europea del 39%.

Anche in questo caso è evidente il confronto con le economie più vicine, come Francia e Spagna, che rispettivamente hanno una percentuale di giovani che hanno conseguito una laurea del 44 e del 42%. In generale tra i paesi membri le percentuali più alte sono di Cipro, Lituania e Irlanda. 

A livello generale i dati Eurostat mostrano che oltre un terzo dei laureati europei nel 2016 ha conseguito il titolo in scienze sociali, giornalismo, informazione, economia o legge. Percentuale molto simile per l’Italia in cui tre laureati su dieci ha ottenuto la stessa laurea.

I laureati europei, come quelli italiani, in ingegneria, costruzione e produzione sono poco meno del 15% del totale, invece coloro che hanno scelto materie scientifiche, matematiche e statistiche sono stati in Italia l’8,4%, rispetto ad una media europea dell’11%.

 

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