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Eurozona: manifattura ancora in affanno, meglio i servizi

Peggiora la fiducia, con un conseguente aumento della cautela nelle assuzioni: l’incremento occupazionale è risultato il più debole dal 2016

di Redazione

Ad agosto IHS Markit ha rilevato un andamento ancora debole per il settore manifatturiero dell’Eurozona, mentre per le attività terziarie si registra un nuovo miglioramento. È quanto emerge dalle ultime rilevazioni contenute nell’analisi mensile, in cui la società londinese spiega che «le dinamiche dell’economia dell’Eurozona del mese di agosto sono variate di poco, con una forte crescita dei servizi che ha continuato a mantenere a galla l’economia nonostante lo scivolamento del manifatturiero».

Osservando i dati emerge infatti che l’indice composito della produzione è aumentato di 51.5 punti di luglio ai 51.8 di agosto (valore massimo in due mesi), grazie all’aumento dell’indice delle attività terziarie, salito ad agosto a 53.4 punti dai 53.2 del mese precedente, mentre il PMI della produzione manifatturiera, pur aumentando, si è fermato a 47.8 punti, quindi al di sotto della soglia dei 50 punti che delimitano una fase di contrazione dell’attività economica da una fase di espansione dell’attività. 

In particolare, si legge nell’analisi, la produzione manifatturiera ha indicato un calo per il settimo mese consecutivo, anche se inferiore rispetto a luglio. Se la Francia è riuscita a guadagnarsi un valore in crescita, in Germania e nel resto dell’Eurozona si sono registrate contrazioni.

A riguardo l’Associate Director di Markit, Andrew Harker, ha infatti spiegato che «la Francia ad agosto ha prodotto dati relativamente incoraggianti, con il manifatturiero che è tornato a crescere unitamente a una nuova forte espansione dell’attività terziaria. Non si può tuttavia dire lo stesso della Germania, dove il flusso dei nuovi ordini ha indicato la più forte contrazione in più di sei anni e le aziende si sono mostrate pessimiste in merito all’attività futura. Perciò resta il rischio che nel terzo trimestre la più grande economia dell’Eurozona possa cadere in una recessione tecnica».

Tornando poi al quadro generale sull’Eurozona, Markit ha rilevato poi un peggioramento della fiducia che, di conseguenza, ha comportato una maggior cautela nelle assunzioni: il tasso di

incremento occupazionale – si legge – è risultato modesto, inferiore a luglio, fino a segnare il valore più debole da aprile 2016. La creazione di posti di lavoro nel terziario si è ridotta, mentre il settore manifatturiero ha continuato a ridurre il personale per il quarto mese consecutivo.

 

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