Le possibili conseguenze economiche dei dazi Usa
A rischiare ingenti perdite, secondo stime, è il settore agroalimentare italiano. Ma ai francesi potrebbe andare peggio
di Redazione
Il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, è in Italia in questi giorni e ha già incontrato il premier Giuseppe Conte e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. I dazi, in attesa che la Wto, World Trade Organizzation, decida sulle tariffe applicabili da Washington, sono tra gli argomenti al centro dei colloqui. La Wto si starebbe preparando a dare il via libera alle sanzioni, sotto forma di dazi appunto, che gli Stati Uniti potranno imporre all’Unione europea per gli aiuti concessi a Airbus. La misura potrebbe prevedere dazi per sette miliardi di dollari, penalizzando non solo il settore aeronautico, ma anche altri, quello agroalimentare in particolare.
Da Bologna, dove si è svolto il Villaggio Coldiretti, arriva l’allarme dell’Associazione e del premier Conte per i prodotti italiani, perché tra gli altri, nella black list ufficiale del Registro Federale Usa i prodotti agroalimentari menzionati ci sono quelli tipici del Made in Italy, tra cui i formaggi, il vino e l’olio d’oliva ed è perciò inevitabile che la decisione dei dazi intaccherà l’export italiano.
Secondo i calcoli effettuati dal Ministero dello Sviluppo Economico l’impatto per l’Italia sarebbe di oltre cinque miliardi di dollari, anche se il paese europeo che più perderebbe è la Francia con un prezzo di otto miliardi.
Per la Coldiretti, limitatamente ai prodotti caseari, il mercato statunitense è al livello mondiale il secondo – dopo quello tedesco – per import di Parmigiano Reggiano e Grana. Secondo l’analisi, con i nuovi dazi il costo del Parmigiano passerebbe da 2,15 dollari al kg a 15 dollari. Il conseguente aumento del prezzo, dopo un iniziale innalzamento dell’export, comporterebbe un crollo dei consumi che per quel che riguarda il Parmigiano la Coldiretti stima una diminuzione tra l’80 e il 90%.
Allo stesso tempo l’Italia può registrare un nuovo record: un aumento delle esportazioni di Parmigiano, soprattutto negli Stati Uniti, probabilmente anche a causa della minaccia dei dazi. Secondo la Coldiretti, infatti, a fronte di un aumento medio del 16% del valore nel primo semestre del 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018, gli Usa hanno fatto registrare un incremento significativo del 26%. Per quanto riguarda le conseguenze economiche sugli altri prodotti tipicamente italiani colpiti dai dazi, (scrive il Corriere della Sera), il prezzo delle mozzarelle salirebbe da 41 a 83 euro, mentre il prosciutto arriverebbe a costare fino a 90 euro al kg.
Appare così evidente che il settore agroalimentare risulti essere il più colpito in una disputa estranea, come commenta Ettore Prandini, presidente della Coldiretti: «L’Italia rischia di essere ingiustamente tra i paesi più puniti dai dazi Usa per la disputa tra Boeing e Airbus che è essenzialmente un progetto franco-tedesco».
Oltre al problema dei dazi però il mercato alimentare italiano deve fare i conti con il mercato agroalimentare dei falsi, un fenomeno che secondo i calcoli della Coldiretti ammonterebbe a 100 miliardi nell’ultimo decennio e che rischia di aumentare con le nuove guerre commerciali.