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La (nuova) industria dell’intrattenimento in Europa

Secondo le classifiche Eurostat siamo ancora tra gli ultimi paesi per uso di internet per attività culturali e di intrattenimento. I dati italiani mostrano una diffusione sempre maggiore dello streaming, sia per l’ascolto di musica che per i videogiochi 

di Redazione

Secondo l’Eurostat la maggior parte dei fruitori di internet si collega per svolgere attività culturali quali leggere giornali, ascoltare musica, guardare video e giocare. Nel 2018 il 72% degli europei di età compresa tra i 16 e i 74 anni che hanno utilizzato internet nei tre mesi precedenti, hanno guardato video, stessa percentuale di coloro che si sono collegati per leggere giornali online. Le quote di coloro che ascoltano musica e giocano online sono significativamente più basse: rispettivamente il 56% e il 33%. 

Nello specifico, per quel che riguarda l’ascolto di musica tramite web radio o servizi di streaming musicale, le percentuali più alte di questo tipo di fruitori sono in Finlandia, Svezia e Grecia, dove la quota raggiunge più del 70% dei cittadini che utilizzano internet. Mentre per giocare e scaricare i giochi, la più alta percentuale dei consumatori è in Olanda, 47%, Danimarca e Belgio, dove in entrambi i paesi la quota è del 43%.

Il report europeo vede l’Italia tra le ultime posizioni di tutte le classifiche riguardanti l’uso di internet per cultura e intrattenimento: il paese è terzultimo per video in streaming e per l’ascolto di musica online, sotto la media europea anche quando si tratta dei videogiochi scaricati e online, 51%.

Secondo l’annuale rapporto Aesvi, l’associazione che raggruppa i principali sviluppatori e editori di videogiochi italiani, di tutti i possessori di una console, solo il 36% gioca online soprattutto nella fascia di età più bassa. Inoltre la diffusione dell’uso di internet per il mondo dei videogiochi è dato anche dalla percentuale di giochi venduti in digitale che è il 28%, per il mobile e le app arrivano al 37%, mentre i giochi venduti su un supporto fisico sono il 35%.

Mentre per quanto riguarda l’uso di internet per ascoltare musica, il digitale, nei primi sei mesi del 2019, rappresenta il 73% del mercato discografico italiano e lo streaming su piattaforme Spotify, Amazon, Apple e YouTube rappresenta il 63% di tutti i ricavi dell’industria. Secondo il Music Listening 2019, il report che esamina il consumo di musica nella fascia d’età tra i 16 e i 64 anni, i dati del mercato italiano fanno emergere la pervasività che ha raggiunto lo streaming, anche tra le età più avanzate del campione. In generale il 57% degli italiani consuma musica solo attraverso servizi di audio streaming – rispetto al 53% emerso dalla precedente rilevazione -, con picchi del 71% tra i giovani under 24 e comunque il 41% di essi utilizza modalità di streaming premium; il 61% vede video in streaming, mentre, come fusione tra i due servizi l’81% del campione usa YouTube per la musica.

In generale ad influire sul consumo di strumenti audio e video streaming, concorre anche il basso livello di cultura digitale degli italiani: in base all’Indice di digitalizzazione dell’economia e della società 2019, stilato dalla Commissione europea, l’Italia è 24esima sui 28 stati dell’Unione. Secondo la classifica solo il 44% dei cittadini italiani tra i 16 e i 74 anni ha competenze digitali minime a fronte di una media europea del 57%. 

 

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