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Rifiuti: la tassa per smaltirli costa più al Sud che al Nord

Lo rivela uno studio di Cittadinanzattiva, sottolineando che il 68,2% delle famiglie ritiene di pagare troppo 

di Redazione

L’importo varia da città a città. Mediamente, però, in Italia la tassa sui rifiuti è costata 300 euro nel 2018. Lo sostiene l’ultimo Osservatorio prezzi e tariffe condotto da Cittadinanzattiva. Il rapporto ha preso in considerazione un famiglia tipo composta da tre persone con una casa di proprietà di 100 metri quadri, notando differenze sostanziali a livello territoriale. Vediamo quali sono.

Stando ai risultati dello studio, la regione più economica è il Trentino Alto Adige, qui la tassa sullo smaltimento dei rifiuti è costata 190 euro. Una cifra molto meno consistente rispetto a quella registrata in Campania, dove i cittadini sono stati chiamati ad affrontare la spesa più elevata, versandone 421.

Lo studio sottolinea anche il capoluogo più costoso (Catania, con 504 euro) e quello più economico (Potenza, 121 euro).

In generale, a livello di aree geografiche, i rifiuti costano meno al Nord (in media 258 euro) e al Centro (299 euro) rispetto al Sud (351 euro).

Inoltre, la tassa sui rifiuti è cresciuta rispetto al 2017, nella maggior parte dei capoluoghi di provincia: Cittadinanzattiva ha registrato aumenti in 51 capoluoghi, in 27 è stabile mentre è diminuita in 34 capoluoghi.

Questo, invece, l’elenco delle regioni dalla meno alla più cara: Trentino Alto Adige (190 euro), seguito da Molise (219), Basilicata (221), Friuli Venezia Giulia (228), Veneto (234), Marche (235), Lombardia (241), Emilia Romagna (274), Valle d’Aosta (275), Piemonte (276), Calabria (296), Umbria (301), Toscana (323), Lazio (325), Abruzzo (326), Liguria (333), Sardegna (345), Puglia (373), Sicilia (394), Campania (421).

Non mancano ancora le zone d’ombra: secondo chi ha curato il report, la modalità di calcolo dei costi non tiene conto dei rifiuti realmente prodotti, non invogliando il cittadino a cambiare le proprie abitudini. Inoltre, un’elevata tassa non sempre corrisponde a un servizio migliore. Secondo la ricerca, dunque, è ancora lontana la transizione verso un’economia circolare – come previsto dalla strategia Europa 2020 –, fondamentale perché rappresenta una parte importante degli sforzi per modernizzare l’economia, orientandola verso una direzione più sostenibile. In questo senso, il riciclo dei rifiuti risulta essere importantissimo. Eppure c’è ancora molto da fare, a partire dal rendere meno conveniente lo smaltimento dei rifiuti in discarica.

Un rapporto di Legambiente diffuso a giugno 2019 ha sottolineato che l’Italia ha bisogno di mille nuovi impianti di riciclo per raggiungere l’obiettivo rifiuti zero in discarica. Secondo lo studio, il costo di smaltimento in discarica continua a essere troppo basso. «La cifra si attesta oggi sui 110 euro a tonnellata, mentre nel 2013 il costo medio era di circa 90 euro/tonnellata, ma si deve lavorare per rendere sempre meno conveniente il sotterramento dei rifiuti».

 

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