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In Italia abbiamo un problema con la lettura

Gli studenti italiani di 15 anni presentano maggiori difficoltà rispetto alla media Ocse nella capacità di comprendere un testo e utilizzare le informazioni, secondo l’ultima indagine Ocse-Pisa. Eppure la quota più alta di lettori nel nostro paese comprende proprio i 15-17enni, sebbene in generale non si legga granché

di Redazione

Gli studenti italiani “bocciati” in lettura. È la conclusione a cui giunge la nuova indagine Ocse-Pisa che valuta le competenze dei 15enni rispetto alla lettura, la matematica e le scienze. Secondo i dati raccolti, gli studenti italiani – il campione è vasto e ha interessato 32 milioni di studenti quindicenni nei 79 paesi in cui è stato condotto il test – hanno più difficoltà nella capacità di comprendere un testo, utilizzare le informazioni e valutarle, raggiungono un punteggio di 476, che è per l’appunto inferiore alla media Ocse (487). Tale risultato colloca il nostro paese tra il 23esimo e il 29esimo posto tra i paesi dell’area.

Foto di Free-Photos da Pixabay

Il dato, in verità, non si discosta troppo da quello dell’indagine 2015. Anzi, semmai si evidenzia un arretramento che è generale. Il risultato dell’Italia, infatti, si attestava a 485 punti, sempre sotto la media Ocse, che però era a 493. E rispetto a dieci anni fa l’Italia registra, per le coompetenze legate alla lettura, una contrazione di dieci punti. Inoltre, si confermano i divari Nord-Sud: i risultati migliori vengono ottenuti nelle regioni settentrionali, anche superiori alla media Ocse, mentre nel Mezzogiorno si evidenziano le maggiori criticità. Differenze emergono anche sulla base della tipologia di scuola: gli studenti liceali presentano maggiori capacità rispetto ai coeatanei degli istituti tecnici. Complessivamente le ragazze vanno (decisamente) meglio dei ragazzi.

Per questa edizione, sono stati formulati test da letture digitali allo scopo di “sondare” le capacità dei giovani della generazione Z, che passa molte ore online, quindi legge e si informa tramite internet. Ma in generale può emergere una certa riluttanza alla lettura, nel senso che tendenzialmente non siamo grandi divoratori di libri – una condizione che, beninteso, al contrario non riguarda i più giovani – come da tempo dimostrano i dati Istat dedicati proprio al tema, nonostante alcuni miglioramenti osservati più di recente. Stando agli ultimi dati, diffusi proprio oggi, martedì 3 dicembre, nel 2018 rimane sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente il numero di lettori di libri. A partire dall’anno 2000, quando la quota di lettori era al 38,6%, l’andamento è stato crescente fino a toccare il massimo nel 2010 con il 46,8% per poi diminuire di nuovo fino a tornare, nel 2016, al livello del 2001 (40,6%), stabile fino al 2018. Ma nel 2018 la quota più alta di lettori continua a essere proprio quella dei giovani, afferma l’Istat. La quota di lettori tra i 15 e i 17 anni è pari al 54,5% nel 2018, in crescita rispetto al 47,1% del 2016.

Però un dato sembra confermare alcune delle cose emerse dall’indagine Ocse-Pisa: tra uomini e donne c’è un divario rilevante. Sempre nel 2018 la percentuale delle lettrici è del 46,2% e quella dei lettori è al 34,7%. Il divario – spiega l’Istat – si manifesta dal 1988, anno in cui risultavano lettori il 39,3% delle donne rispetto al 33,7% degli uomini. Nel 2018 si osserva tuttavia un aumento significativo di 4,2 punti percentuali tra i maschi da 25 a 34 anni. In assoluto, comunque, il pubblico più affezionato alla lettura è rappresentato dalle ragazze tra gli 11 e i 19 anni (oltre il 60% ha letto almeno un libro nell’anno). La quota di lettrici scende sotto il 50% dopo i 55 anni mentre per i maschi è sempre inferiore al 50% in tutte le classi di età.

 

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