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Quanto si spende per la difesa nel mondo

In questi giorni di vertice Nato è un tema ampiamente dibattuto. In generale, nel 2018, le spese militari sono cresciute per il secondo anno consecutivo

di Redazione

In questi giorni è in corso nel Regno Unito il summit Nato oraganizzato in occasione del 70esimo anniversario dell’Alleanza atlantica. Il vertice non è iniziato sotto i migliori auspici, nonostante l’ottimismo mostrato dal premier britannico e padrone di casa, Boris Johnson. I motivi riguardano le polemiche di Donald Trump – soprattutto con il presidente francese, Emmanuel Macron, ma anche la Germania non è esente da critiche – sulla spesa destinata alla difesa e alla sicurezza dei paesi membri, ritenuta dall’inquilino della Casa Bianca troppo bassa rispetto a quanto investe Washington e lontana dagli obiettivi dell’Alleanza (2% del Pil). Proprio in queste ore i leader Nato hanno annunciato un maggiore impegno per le risorse da destinare alla difesa «in linea con il nostro impegno sancito dall’articolo 3 del trattato di Washington».

Foto di skeeze da Pixabay

Ma quanto si spende nel mondo per la difesa? Si stima che nel 2018 la spesa militare mondiale abbia raggiunto i 1.822 miliardi di dollari, pari al 2,1% del Pil globale: i dati sono contenuti nel rapporto annuale del Sipri (Stockholm International Peace Research Institute). La spesa complessiva, si legge nel rapporto, è cresciuta per il secondo anno consecutivo e ha superato per la prima volta 1,8 trilioni di dollari, con un aumento del 2,6% rispetto al 2017 e del 5,4% rispetto al 2009.

La crescita della spesa complessiva è stata ampiamente influenzata dall’andamento di quella nelle Americhe, in Asia e in Oceania, in particolare dagli aumenti di Stati Uniti e Cina. In Europa, la spesa è cresciuta dell’1,4%, soprattutto a causa dell’incremento in Europa occidentale dove tutti i paesi tranne tre hanno aumentato la loro spesa. La spesa militare in Africa, invece, è diminuita dell’8,4%.

Le polemiche Trump-Macron e altri paesi membri della Nato non sono in verità nuovissime. Non a caso tra il 2017 e il 2018, l’onere militare – la spesa militare in percentuale del Pil – è calata in tutte le regioni fatta eccezione per l’Europa, «dove – spiega il Sipri – c’è stata una spinta da parte degli stati membri della Nato per raggiungere il livello di spesa di riferimento del 2% del Pil entro il 2021. In media, i paesi delle Americhe hanno avuto il più basso onere militare (1,4% del Pil) che sale a 1,6% in Europa, 1,7% in Africa, Asia e Oceania e a 4,4% nei paesi del Medio Oriente per i quali sono disponibili i dati». Stati Uniti, Cina, Arabia Saudita, India e Francia sono i paesi che hanno speso di più: insieme rappresentano il 60% della spesa militare globale. Per la prima volta in sette anni gli Usa hanno aumentato la spesa militare fino a raggiungere i 649 miliardi di dollari. Nel 2018, la spesa militare statunitense ha rappresentato il 36% di quella mondiale ed è stata 2,6 volte superiore a quella della Cina, il secondo paese in classifica.

I fattori che concorrono ad un aumento di spesa possono comunque essere di varia natura. Nel caso statunitense, ad esempio, può essere attribuito a due fattori, spiega il Sipri: l’incremento del 2,4% degli stipendi del personale militare e la messa in atto di costosi programmi di acquisizione di armi convenzionali e nucleari. La Cina, invece, nel 2018 ha stanziato circa 250 miliari di dollari per le forze armate, con un aumento del 5% rispetto al 2017 e del 83% rispetto al 2009. «La spesa militare cinese è pressoché legata alla crescita economica del paese, che nel 2018 ha registrato il livello più basso degli ultimi 28 anni. Per i prossimi anni ci si può quindi attendere una crescita più lenta della spesa militare».

(fonte: Sipri)

 

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