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Gli italiani sfiduciati e ansiosi

Secondo la fotografia del nuovo Rapporto sulla situazione sociale del Paese, tra gli italiani predominano sentimenti di incertezza e sfiducia
di Redazione

Secondo il 53° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese, l’incertezza rimane lo stato d’animo prevalente tra gli italiani, usciti dalla crisi: è incerto il 69%, mentre il 17% si dice pessimista e solo il 14% ottimista. La sfiducia risulta essere il tratto comune ai campi che il rapporto analizza: società, economia e politica.

Per quanto riguarda l’aspetto sociale, il 75% degli italiani ammette di non fidarsi più degli altri ed il 44% si sente insicuro nelle strade abituali. Guardando alla mobilità sociale, il 69% degli italiani è convinto che questa possibilità sia ormai bloccata, mentre addirittura il 64% di imprenditori e liberi professionisti teme l’inverso, ovvero scendere gradini della scala sociale.

Non sembrano migliori le previsioni economiche fatte dagli italiani: il 74% è convinto che nei prossimi anni l’economia continuerà ad oscillare tra mini crescite e stagnazione, mentre il 26% è ancora più pessimista, sostendo che è in arrivo un’altra recessione. Ma, secondo il Censis, questa visione pessimistica non ha frenato gli italiani, anzi ha incentivato una «resilienza opportunistica», reazione di difesa spontanea fatta di «severo scrutinio nei consumi, cash accumulato in chiave difensiva, anche il “nero” di sopravvivenza».

Sentimenti simili sono imperanti anche se si guarda alla politica, con il 76% degli italiani che non hanno fiducia nei partiti, percentuale che sale all’89% tra i disoccupati, e alla democrazia: operai e disoccupati, rispettivamente il 58% e il 55%, si dicono scontenti di come funziona la democrazia in Italia. Questo atteggiamento si riscontra anche nell’interesse verso il palinsesto televisivo: la politica interessa il 42% degli italiani – più alto anche dello sport, 29% e della cronaca nera, 26% – , ma secondo il Censis, «questo ritrovato interesse nasce dalle ceneri di un disincanto generalizzato: si guarda alla politica in tv come fosse una fiction».

E tutto ciò causa «stress esistenziale»: circa sette italiani su dieci ritengono che l’Italia sia un paese in stato d’ansia. Nello specifico, nell’ultimo anno, il 74% si è sentito molto stressato per questioni familiari, lavorative o senza alcun motivo particolare ed il 55% ammette che è capitato di parlare da solo. La mancanza di serenità si riflette anche nell’aumento registrato negli ultimi tre anni del consumo di ansiolitici e sedativi: +23%.

Riguardo l’Unione europea, gli italiani hanno idee più precise: il 61% si dice contrario al ritorno alla lira, il 62% è convinto che non si debba uscire dall’Ue – favorevole è solo il 25% – e il 49% è contrario all’attivazione delle dogane alle frontiere interne all’Unione Europea, poiché sono considerate un limite alla libera circolazione di merci e persone (ne sarebbe favorevole il 32%). A influenzare questa convinzione è sicuramente l’impatto che il rapporto con l’Europa ha dal punto di vista economico – l’Italia esporta circa 91 milioni di tonnellate di merci all’Ue – e sociale: gli italiani che risiedono in un paese dell’Ue sono oltre 2 milioni.

 

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