Facci spiega papà Bettino a Stefania Craxi
Stefania Craxi, in un’intervista ad A, si è permessa di dare alcuni consigli a Berlusconi. Noi l’abbiamo definita una sorta di exit strategy. Nel fare ciò, Stefania Craxi ha più volte ricordato il padre Bettino quale modello ideale. Circostanza che non è piaciuta al giornalista Filippo Facci, il quale sul Post risponde, rivolgendosi direttamente a lei quasi fosse una lettera aperta, in questo modo: “Ti spiego una cosa, e la spiego a chi – tu – conosce Craxi indubbiamente come padre ma forse meno come politico, visto che alla materia sei arrivata tardi. La cosa è questa: Bettino Craxi pensava che un uomo, figurarsi un amico, viene prima di qualunque idea; pensava che le critiche anche feroci si fanno immediatamente prima o immediatamente dopo una guerra, mai durante, e mai soprattutto durante una battaglia che pare definitiva. Di questo sono abbastanza certo: Craxi pensava che gli amici non si tradiscono, o meglio: che si devono attaccare nei loro momenti di forza e non di difficoltà. Altrimenti il rischio è quello di sembrare – e non lo meriti, Stefania – in fase di auto-ripulitura, non coraggiosi. Non dire quello che avrebbe fatto o detto tuo padre: perché non avrebbe fatto o detto niente del genere. L’esempio storico più eclatante, a volerne cercare uno senza impegno, rimane il suo comportamento con Francesco Cossiga all’inizio degli anni Novanta: mezza Italia diceva che era pazzo – non solo il Pci e la magistratura, ma anche tutta la direzione nazionale del Psi – ma Bettino fu leale e non lo mollò mai, perché questo era l’uomo. Fu uno dei tanti comportamenti di Craxi che non fu ripagato: Cossiga si dimise all’inizio del 1992 e rifiutò implicitamente l’incarico di primo ministro a tuo padre, ma questo fa parte della triste parabola di Bettino Craxi”.
buon giorno sig, Facci,
ho letto il suo articolo, credo lei debba studiarsi meglio la storia del P.S.I dagli anni 60′ al suo declino con le vicende del sig. Bettino Craxi. Il sig. Craxi, ha tradito tutti, gli amici, il partito, il paese, gli ideali, forse discutibili, di cui si era fatto portatore. Vinse le sue battaglie all’interno del partito con l’arroganza e l’inganno. Ne furono testimoni i vecchi militanti del partito che uscirono piangendo dalle riunioni delle sezioni.
si conceda il tempo per informarsi prima di scrivere sig Facci.
In ogni caso, La Storia, il Paese, e forse Dio l’hanno gia’ giudicato, senza che i presidenti Bunga-bunga e i loro soldatini di carta pesta si straccino le vesti nel suo ricordo.
buona giornata sig. facci