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BERLUSCONI A CACCIA DEL COLPEVOLE

IL CAMBIO PELLE MALDESTRO
di Francesco Nardi

I grandi fatti della cronaca politica hanno comprensibilmente calato un velo su tante questioni minori che però possono essere, se trattate in un certo modo, di qualche interesse. Noi di T-Mag ci siamo chiesti più volte, ad esempio, cosa sarebbe stato di Sandro Bondi, e più in particolare ci siamo interrogati intorno al cambio di pelle del vertice pidiellino di stretta osservanza. I tag sono quelli del gossip politico e del famigerato riordino interno alla cerchia ristretta del premier, ma la risultante incide direttamente sulla parabola berlusconiana che in questi giorni è data dai più (a torto o a ragione) in fase irreversibilmente discendente. A questo proposito il Corriere riferisce di una progressiva uscita di scena dell’ex

ministro dei Beni Culturali. Lasciato il ministero è infatti probabile, dicono a via Solferino, che seguano anche le dimissioni da coordinatore del Pdl e poi anche da Senatore. E in più, per chiudere il quadro, si riferisce di un posto pronto alla Mondadori cui sarebbe destinato il poeta berlusconiano.  
Si è parlato spesso in questi ultimi tempi del graduale terreno guadagnato dal circolo Santanchè-Sallusti nel ruolo di prima fila di fuoco berlusconiano; considerazione corroborata dall’attività che oggi è da molti indicata come uno dei fattori cui si deve la debacle elettorale del Cavaliere. 
In sostanza, a Berlusconi andavano molto meglio le cose quando imperversavano le cardinalizie comparsate televisive di Bondi, testimone di quel cosiddetto Partito dell’Amore di cui Santanchè si fa a fatica a percepire come simbolo e portavoce. 
L’accusa che da anni si rivolge a Berlusconi, cioè quella di non essersi saputo scegliere gli uomini più vicini, a questo punto è ancora più appropriata: perché se la propaganda buonista di Bondi non poteva garantire successi sul lungo periodo, di certo il cielodurismo azzurro della Santanchè non riesce a farlo neanche nel breve. 
Si tratta di una deriva alla quale Berlusconi si è sentito probabilmente obbligato dai sempre più pressanti problemi giudiziari, ma che oggi – forse si accorge – lo costringe a rincorrere sul fattore costitutivo della sua difesa: il potere. 
La colpa è dello stesso Berlusconi, dunque, e allo stesso tempo di tutti gli uomini del presidente.

 

1 Commento per “BERLUSCONI A CACCIA DEL COLPEVOLE”

  1. […] un posto pronto alla Mondadori cui sarebbe destinato il poeta berlusconiano. LEGGI ANCHE Berlusconi, se vuole il colpevole, deve cercare molto vicino Tweet Condividi Scritto da redazione il 19 mag 2011. Registrato sotto News. Puoi seguire la […]

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