Si prevede ancora un europeo per il dopo Strauss-Khan, ma gli “emergenti” non ci stanno
Fino al 10 giugno verranno raccolte le candidature per il dopo Strauss-Khan alla guida del Fmi. Molti paesi europei si sono espressi a favore del ministro dell’Economia francese, Christine Lagarde, secondo consuetudine che vuole un europeo al vertice dell’istituto. Ma i paesi cosiddetti emergenti (quelli racchiusi nella sigla Brics, per intenderci: Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) sembrano intenzionati a voler tagliare i ponti con la tradizione. In una nota, infatti, hanno espresso preoccupazione “per le recenti dichiarazioni pubbliche rese da alti funzionari europei sulla volontà dell’Europa di mantenere un loro membro al posto di direttore del Fmi”.
“Diversi accordi internazionali – spiegano – hanno spinto perché ci sia un autentico processo trasparente basato su criteri di merito e di selezione competitiva del Managing Director del Fmi e delle altre posizioni di rilievo nell’organigramma delle istituzioni di Bretton Woods. La situazione richiede l’abbandono delle convenzioni obsolete e non scritte secondo cui il leader del Fmi deve necessariamente essere europeo”.
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