La memoria corta dei social network
I social network sono uno strumento sensazionale di comunicazione. Hanno accorciato le distanze e creato un nuovo modo di accedere alle notizie, cioè quello mediato dai gusti e gli interessi dei propri “amici”. Le accuse che sono mosse al web da Andrew Keen nel suo libro Dilettanti.com risalgono al 2008, e quindi non tengono conto dell’esplosione di questi straordinari strumenti. Però tra quelle discutibili teorie si annida qualcosa di vero, e che suona come un serio segnale d’allarme. I social network hanno infatti il grosso problema della memoria. E’ infatti generalmente molto difficile rintracciare su questi strumenti i contenuti trascorsi: ha rilevanza sempre e solo il presente e il futuro, mentre perde di importanza e significato tutto quanto si è detto appena poche settimane prima. Il fiume in piena delle espressioni di ognuno è inarrestabile, e la mole di informazioni che si succedono rende praticamente impossibile accedere a quelle più datate, frustrandone il valore e l’attualità residua. Ne consegue un imbarbarimento generale del lessico e dei concetti stessi, perché certo è diverso esprimersi sapendo che di quanto si scrive resterà traccia o meno.
Ciò non toglie che le dicussioni su Facebook possano essere fertili e produttive, ma non avranno mai la sostanza piena dello “scripta manent”. E così la contraddizione e la superficialità dilagano, almeno per il momento.
Proprio a questo proposito negli ultimi giorni si sta diffondendo una applicazione che permette di rintracciare il primo contenuto condiviso su Facebook, sia esso un link o una semplice fotografia. E come di consueto avviene, la nuova app si sta diffondendo in modo virale, come succede spesso quando viene introdotta una novità. Ed è proprio questo che impressiona. I nostri profili virtuali si sorprendono e sono incuriositi dal fatto di avere un passato, e sono interessati – sembra – a poter recuperare in qualche modo una memoria che non pensavano neanche più di avere.
E’ curioso il quadro che emerge: Facebook si è diffuso principalmente perché permette di ritrovare i vecchi amici, e adesso che tutti hanno visto come sono diventati i fighetti e le biondine che erano a scuola con loro, si trovano ad affrontare il senso di estraneità che questi incontri trasmettono. Adesso, per colmo, arriva qualcosa per ritrovare sé stessi dentro Facebook, ed il peggio è che spesso s’incorre nella stessa sensazione che si prova trovando un vecchio amico cui non si ha nulla da dire.