“Se non ora, quando?” non è uno slogan
Ci sono parole che appartengono alla storia come altre, pietrificate, alla Tragedia (l’ebraico Shoah si traduce così). Primo Levi, che il peso di quelle pietre ha schiacciato, provò a rispondere alla voragine dei perché, combattendo sullo stesso terreno. Il suo fu un dubitare lacerante e irrisolto. Chiese e si chiese se l’attesa del dopo ha sempre un senso; se il peregrinare verso nuove mète ha una ragione; se non sia meglio godere delle gioie del nostro oggi quotidiano, piuttosto che attendere a una ricerca infinita. Il titolo del suo primo romanzo, Se non ora quando?, derivava da una lettura del Talmud. In uno dei trattati che contiene, Le massime dei padri, vi si racconta del rabbino Hillel, che diceva: “Se non sono io per me, chi sarà per me? E quand’anche io pensi a me, che cosa sono io? E se non ora, quando?”. L’interpretazione è come sempre aperta, ma prevale quella di chi sostiene che è tempo di lasciar andare il futuro e di chinarsi sul presente, con lo stupore e la gioia di chi si china ad osservare da vicino il fiorire di un prato in primavera. Peccato che una maldestra regìa in questo 13 febbraio abbia voluto legare un passaggio del Talmud, poi titolo del romanzo di Levi, a un appuntamento militante di tutt’altra natura. Non per contrasto, ma per fraintendimento culturale: il trattato talmudico come il romanzo invitano a vivere il presente cogliendone il bello, piuttosto che fare di tutto per trasformarlo. Chi vuole manifestare a favore o contro Berlusconi, faccia. Ma bisognerebbe avere maggior rispetto verso le parole, le idee, le storie. Anche quelle degli altri, che talvolta non è facile riassumere in uno slogan.
[…] This post was mentioned on Twitter by tecneitalia, Fabio Germani. Fabio Germani said: “Se non ora, quando?” non è uno slogan | T-Mag http://t.co/pShzW3q […]
è bello scoprire la vera radice delle cose, delle parole e della realtà.
Se non ora quando non è uno slogan, ma le piazze del 13 febbraio sono un movimento, una danza che fa tornare la memoria e abbraccia il futuro.