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Il reale peso delle rinnovabili in bolletta

di Ermete Realacci

E’ in via di preparazione il Decreto del Governo che riformerà il meccanismo degli incentivi per le rinnovabili nel rispetto delle direttive dell’Unione Europea. E’ un passaggio importante per dare continuità e forza alla crescita del settore che finalmente è in atto nel nostro Paese. E’ ovviamente necessario che il provvedimento sia in grado di garantire una spinta verso sistemi più efficienti ed innovativi riducendo i contributi e dando al tempo stesso certezze per il futuro. Che sia in grado di evitare speculazioni, semplificare procedure inutili, bonificare il mercato, favorire i progetti imprenditoriali più avanzati e a minor impatto ambientale. Trasparenza, meccanismi efficienti, il minor costo possibile in bolletta.
Per far questo è necessario contrastare forti pressioni spesso legate alle scelte del passato. Ricordo che il nostro Paese negli anni passati ha speso tra i 40 e i 50 miliardi di euro, prelevati dalle bollette dei cittadini italiani, in gran parte attraverso il meccanismo del CIP 6 e lo strumento delle “fonti assimilate alle rinnovabili”, che in realtà ha finanziato combustibili fossili.
E’ una cifra paragonabile a quella spesa dalla Germania per incentivare le fonti rinnovabili, che ha reso quel paese leader nel mondo in molti settori. E’ importante ora non perdere di nuovo la strada. Per questo è anche utile precisare molte informazioni superficiali o scorrette in merito al reale peso delle fonti rinnovabili nella bolletta elettrica. E’ per questo molto utile la nota (qui di seguito, ndr) preparata dal Senatore Francesco Ferrante, che è il responsabile per il Partito Democratico sulle politiche relative ai mutamenti climatici.

“In questi giorni stiamo discutendo qui in Senato la riforma del meccanismo degli incentivi per le rinnovabili ed è quindi tanto più necessario fornire i dati reali e uscire dai luoghi comuni. La verità è che nel nostro Paese i costi più gravosi sulle bollette energetiche non sono certo quelli dovuti alle rinnovabili. Gli incentivi per le rinnovabili pesano infatti per meno della metà del totale degli oneri di sistema: nel 2010 circa 2,7 miliardi su un totale di oltre 5,8 miliardi di euro.” Lo dichiara il senatore Francesco Ferrante, responsabile per il Pd delle politiche relative ai cambiamenti climatici, intervenuto oggi al convegno ‘Verità solare – i numeri del fotovoltaico in Italia’.
“E’ quindi ora di fare un po’ di pulizia e liberare le nostre bollette elettriche da oneri che risultano del tutto impropri. Innanzitutto – continua Ferrante – risulta incomprensibile, come più volte ha denunciato Autorità per l’energia elettrica e il gas, il motivo per il quale su tali oneri i consumatori elettrici che ne sostengono il peso debbano pagarci anche l’IVA come se acquistassero un bene o un servizio: un miliardo nel 2010 indebitamente incamerato dallo Stato ai danni di imprese e famiglie. Tra gli oltre 3 miliardi di euro non destinati alle rinnovabili che hanno gravato sulle bollette elettriche degli italiani nel 2010 vi sono ben 285 milioni che sono destinati all’eredità nucleare; oltre 1,2 miliardi di euro per il famigerato CIP6, che, seppur in esaurimento, ancora nel 2010 incentivava le cosiddette assimilate, un incentivo al fossile in verità. Inoltre sono da conteggiare le agevolazioni che riguardano le Ferrovie dello Stato, e che lo scorso anno ammontavano a 355 milioni di euro. Tutti oneri, questi, che più correttamente dovrebbero essere sostenuti dalla fiscalità generale, e non in proporzione ai consumi elettrici.”
“Ci sono poi – aggiunge il senatore Pd – 644 milioni di euro che i produttori di energia elettrica da fonti fossili, obbligati per legge ad acquistare Certificati Verdi, attualmente scaricano impropriamente sulle bollette dei consumatori eludendo in tal modo la ratio del meccanismo che dovrebbe invece tradursi in una riduzione degli utili per il produttore che non fa sufficiente ricorso a fonti rinnovabili. Per quanto riguarda gli incentivi alle rinnovabili, invece, sono gli unici oneri che dovrebbero correttamente rimanere in bolletta: è la stessa Commissione Europea che sostiene che “è essenziale che tali costi siano «fuori bilancio», cioè sopportati dai consumatori di energia piuttosto che dalla fiscalità, in modo da evitare le tipiche interruzioni «stop-start» ogni qual volta i bilanci degli stati diventano più vincolati”.
“Insomma, i numeri reali ci dicono che incentivare le rinnovabili non solo è utile per promuovere un nuovo sviluppo e nuova occupazione, non solo è indispensabile per la salvezza del Pianeta, ma è anche economicamente sostenibile come d’altronde è dimostrato dalla storia di tutti i Paesi europei che hanno scelto questa strada da tempo e con successo, serve però – conclude Ferrante – rigore nel concedere gli incentivi solo alle fonti e agli impianti che ne hanno bisogno e “pulire” le bollette elettriche da tutte quelle voci che le rendono inutilmente pesanti”.

 

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