Il “vaffa” a Fini di La Russa vale la censura
Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, se la cava con una censura. È questa, infatti, la sanzione nei suoi confronti approvata dall’ufficio di presidenza della Camera dopo il “vaffa” della scorsa settimana a Gianfranco Fini in Aula. “Tenuto conto delle conclusioni cui è pervenuta la giunta per il regolamento – è spiegato nel documento – il collegio dei questori, nell’esprimere la più viva deplorazione del comportamento tenuto dall’onorevole La Russa nei confronti della presidenza, ha conclusivamente convenuto di proporre all’ufficio di presidenza di indirizzare al medesimo deputato una lettera di fermo richiamo”. Insorgono, tuttavia, alcuni esponenti dell’opposizione. “Riteniamo la proposta dei questori riduttiva”, ha osservato Renzo Lusetti (Udc). “È acqua fresca, ed equivale a dire che da oggi chiunque in aula può insultare in maniera volgare la presidenza ed invocare il precedente fatto valere per il ministro della Difesa. Per questo ho votato contro e ho chiesto quindici giorni di sospensione dal voto per il deputato La Russa”, ha invece dichiarato Silvana Mura, deputata dell’Italia dei valori. Secondo Rosy Bindi, infine, “La Russa avrebbe dovuto avere, come membro della Camera, oltre che del governo, l’interdizione almeno dalla partecipazione al voto sul provvedimento. Siamo peraltro in assenza di scuse”. Il documento approvato dal collegio dei questori verrà inviato per conoscenza anche al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.