SOS Rinnovabili: raccolte 50 mila firme in 5 giorni
Sospendere l’applicazione del decreto ammazza rinnovabili per un anno. A chiedere una moratoria per il decreto Romani del 3 marzo scorso sono le 50 mila persone – imprenditori, operai, comuni cittadini – che hanno sottoscritto in appena cinque giorni l’appello lanciato sulla rete da Sos Rinnovabili (www.sosrinnovabili.it).
Una norma, si legge nell’appello, “varata senza tener conto di quanto osservato dai due rami del Parlamento, e che ha bloccato lo sviluppo delle fonti rinnovabili”. Uno stop – imposto cancellando retroattivamente impegni triennali assunti dal governo solo pochi mesi prima – “assurdo perché stronca un settore in piena crescita, che porta occupazione, guarda al futuro ed evita l’emissione di CO2”.
Il tutto, proprio in un momento storico – il grave incidente alla centrale di Fukushima, i rischi per l’approvvigionamento di gas e petrolio legati alla crisi libica – che dimostra “l’urgenza dello sviluppo di fonti energetiche basate su materie prime che abbiamo in casa: il sole, il vento, l’acqua”. E’ necessario, prosegue l’appello del ‘popolo delle rinnovabili’ “rivedere il vecchio modello energetico e prevedere un’inversione di rotta anche delle politiche energetiche del governo. E si può farlo avviando una seria programmazione energetica e sospendendo per un anno l’entrata in vigore di tutti gli effetti limitativi della promozione delle fonti rinnovabili contenuti nel decreto n.28 del 3 marzo 2011”.
Non bastano, insomma, pochi giorni per fare leggi che decidono dello sviluppo dell’energia, della salvaguardia dell’ambiente e delle vere e proprie regole di legalità e democrazia (il decreto è retroattivo e ha pesanti risvolti di incostituzionalità). Serve avviare un percorso vero: a sostenere la proposta di moratoria, oltre al popolo raccolto dietro la sigla di SOS Rinnovabili, sono anche le associazioni ambientaliste, in primo luogo il WWF che ieri ha rilanciato la proposta.