Prima del processo Mediaset Berlusconi parla di Ruby
Il solito Berlusconi, che prima di entrare in tribunale oggi si è lasciato andare alle osservazioni – ormai – di rito sul caso Ruby. “In un paese civile le intercettazioni non possono essere portate a processo perché manipolabili. Non esiste alcuna concussione – ha affermato il premier –. Sono sempre cortesissimo e ho chiesto un’informazione preoccupato per una situazione che poteva dar luogo ad un incidente diplomatico. Ho dato dei soldi a Ruby perché non si prostituisse. Non c’è questa accusa infamante e non c’è nulla di reale perché la stessa ragazza che avrebbe dovuto essere la vittima ha dichiarato sempre, ha giurato, ha sottoscritto, il fatto di non aver avuto avance da parte mia. La ragazza ha raccontato davanti a me e a tutti una storia dolorosa che ci ha persino commosso. L’avevo aiutata e le avevo persino dato la possibilità di entrare in un centro estetico con un’amica che lei avrebbe potuto realizzare se portava il laser antidepilazione per un importo che a me sembrava di 45mila euro. Invece lei ha dichiarato di 60mila e io ho dato l’incarico di darle questi soldi per sottrarla a qualunque necessità, per non costringerla a fare la prostituta, per portarla anzi nella direzione contraria. Siccome c’è da fare poco al governo sono qui a trovare un’occupazione. Su di me è stato gettato fango incredibile. Un fango incredibile che viene su di me che in fondo sono un signore ricco, ma che viene su tutto il Paese”.
Questi, secondo Berlusconi, sono processi mediatici e dunque si rende necessaria la riforma della giustizia.
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