Democrazia malata? Gilioli risponde a Ferrara
Allesandro Gilioli se la prende con Giuliano Ferrara, reo di avere dato fin troppo risalto all’opinione di Asor Rosa che sul Manifesto ha auspicato quale rimedio ad una democrazia malata uno “stato d’emergenza” che “si avvale, più che di manifestanti generosi, dei Carabinieri e della Polizia di Stato, congela le Camere, sospende tutte le immunità parlamentari, restituisce alla magistratura le sue possibilità e capacità di azione, stabilisce d’autorità nuove regole elettorali, rimuove, risolvendo per sempre il conflitto d’interessi, le cause di affermazione e di sopravvivenza della lobby affaristico-delinquenziale, e avvalendosi anche del prevedibile, anzi prevedibilissimo appoggio europeo, restituisce l’Italia alla sua più profonda vocazione democratica, facendo approdare il paese ad una grande, seria, onesta e, soprattutto, alla pari consultazione elettorale”. Per la serie, “la democrazia si salva, anche forzandone le regole”.
La tesi di Asor Rosa è quantomeno bizzarra e Gilioli, da par suo, critica Ferrara per avere enfatizzato tale auspicio sopra le righe – golpe? – sulle pagine del Giornale, su quelle del Foglio e durante l’ultima puntata di Radio Londra. “È ovvio – scrive Gilioli –, quella di Asor Rosa è stata palesemente una puttanata sesquipedale. Ma è un’operazione vergognosa prendere la sua puttanata, cioè la proposta di uccidere la democrazia malata, perché secondo lui è troppo malata, per far credere invece che il malato stia benissimo, che sia del tutto sana una democrazia in cui un tycoon televisivo usa i suoi media per acquisire e conservare consenso, trasformando nel tempo questo conflitto d’interessi in un plebiscitarismo populista”.