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L’ambigua moratoria sul nucleare italiano

Una scelta ragionevole operata in un contesto totalmente irragionevole. E c'è chi non si fida...

Potremmo definirla una scelta ragionevole in un contesto irragionevole. Il governo ha infatti deciso di inserire nel decreto legge Omnibus, ora all’esame del Senato, l’abrogazione di tutte le norme riguardanti la progettazione e la costruzione degli impianti nucleari in Italia.
L’ossimoro in apertura è frutto di una decisione presa all’indomani di una tragedia – quella di Fukushima – che di fatto ha stravolto i piani di coloro che in Europa sarebbero volentieri ricorsi all’atomo per il fabbisogno energetico. Mettiamola in questo modo: non si tratta di una road map strategica che sconfessa quanto era previsto fino a poche settimane fa, ma di una spinta propulsiva derivante dalla fobia del disastro nucleare in Giappone. I cittadini, è ormai opinione diffusa, non temono tanto l’atomo quanto la gestione e la messa in sicurezza degli impianti. E tale circostanza è stata a lungo percepita nelle riflessioni di tanti amministratori locali in apparenza favorevoli al nucleare, ma non – paradossalmente – all’individuazione dei siti nel “proprio giardino”.
A marzo l’agenzia di stampa TMNews pizzicò il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, mentre confidava a Giulio Tremonti le sue perplessità sul nucleare: “È finita. Non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare. Non facciamo cazzate”. E Tremonti, oggi in un’audizione alla commissione Affari costituzionali del Parlamento europeo, ha osservato come quello di Fuskushima non sia stato solo “un banale incidente tecnico”. Anzi, ha aggiunto, la sciagura giapponese necessita di “una riflessione economica e non solo” (È stata fatta davvero una contabilità del nucleare? Sono stati contabilizzati i costi del decommissioning? Esiste il calcolo del rischio radioattivo? Sappiamo che i benefici ci sono e sono locali, ma i malefici sono generali. Domande e riflessioni che a leggerle oggi destano più di un sospetto). Dove erano i ministri quando l’esecutivo sembrava intenzionato a intraprendere tutt’altro percorso?
Ma la psicosi da centrale nucleare ha colpito anche altri paesi europei. Basti pensare alla Germania che già anni fa aveva programmato lo smantellamento delle centrali entro il 2020 salvo la concessione di una proroga da parte del governo Merkel, per poi riformulare un’accelerata alla dismissione degli impianti nelle ultime settimane.
In Italia si è optato per una moratoria di un anno rispetto al ritorno all’atomo che adesso, con la decisione di abrogare le norme relative alla progettazione delle centrali nucleari, dovrebbe portare al superamento del referendum del 12 e 13 giugno. Non a caso c’è già chi storce la bocca: “Lo stop non è per convinzione, ma per paura e necessità. Paura di perdere le elezioni amministrative e di venire travolto dal referendum che avrebbe portato anche alla completa abrogazione della legge sul legittimo impedimento”, ha dichiarato il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli. In verità il governo alla scadenza dei 12 mesi di moratoria valuterà la strategia energetica nazionale tenendo “conto delle valutazioni effettuate a livello di Unione europea e a livello internazionale in materia di scenari energetici e ambientali”. “La procedura viene semplicemente sospesa sine die, in attesa forse di tempi migliori e sicuramente dopo avere aggirato l’ostacolo del referendum”, hanno perciò osservato i senatori del Pd, Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.
E se la Prestigiacomo da un lato fa sapere che la ricerca sul nucleare proseguirà, Tremonti dall’altro lancia l’idea di un piano europeo per le rinnovabili (che ora, guarda caso, sembrano tornare di moda) finanziato attraverso gli eurobond.
E a proposito di rinnovabili. Il Pd ha annunciato che presenterà presto un’interrogazione sul tema, mentre le associazioni di categoria promettono battaglia fintanto che non verranno soddisfatte le loro richieste riguardo un settore, quello del fotovoltaico e delle rinnovabili, particolarmente in espansione negli ultimi anni.

 

3 Commenti per “L’ambigua moratoria sul nucleare italiano”

  1. […] (che di fatto rappresenta un reale passo indietro del governo), sia da giudicarsi quantomeno ambigua lo abbiamo osservato ieri. Luca De Biase, oggi, nota come tale ambiguità è sintomatica in ogni […]

  2. […] dubbi c'erano tutti, in molti non li hanno mai negati. Su T-Mag lo abbiamo scritto in più di un'occasione e oggi il premier chiarisce sul tema del nucleare: “La gente era […]

  3. […] nel giro di poche settimane. Dapprima quello sul nucleare – di cui T-Mag si era già ampiamente occupato – e ora quello sulla Libia. Se fino a non molti giorni fa Berlusconi, anche a causa del passato […]

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