Nucleare. Ora il Cavaliere svela le sue carte | T-Mag | il magazine di Tecnè

Nucleare. Ora il Cavaliere svela le sue carte

Quando la politica dei due forni si presta ai due reattori: la moratoria a tempo che fa tutti scontenti

Due dietrofront nel giro di poche settimane. Dapprima quello sul nucleare – di cui T-Mag si era già ampiamente occupato – e ora quello sulla Libia. Se fino a non molti giorni fa Berlusconi, anche a causa del passato coloniale dell’Italia, aveva scongiurato un coinvolgimento diretto nel conflitto libico ieri ha annunciato un maggiore impegno, vale a dire “azioni mirate contro specifici obiettivi militari selezionati per proteggere la popolazione civile, nei limiti delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza Onu e in assoluta coerenza con quanto autorizzato dal Parlamento”. Una decisione, quest’ultima, che ha ottenuto l’immediato plauso di Barack Obama. Ma neppure le parole di Napolitano al riguardo (“È il naturale sviluppo della scelta compiuta dall’Italia a metà marzo”) hanno impedito all’opposizione di cogliere la palla al balzo per criticare l’esecutivo. C’è anche chi ha parlato di presa in giro agli italiani, marcando oltretutto le distanze del ministro (leghista) Calderoli: “La Lega Nord è contraria alla guerra, e soprattutto a quelle che coinvolgono dei poveretti, che poi inevitabilmente si riverseranno nel nostro Paese. Questa è la posizione che porteremo con Umberto Bossi al prossimo Consiglio dei ministri”. Tanto basta per sostenere la teoria del “governo diviso”, fanno notare dall’opposizione. “Ora potremo finalmente dire – ha invece osservato Nichi Vendola – che il nostro Paese, nel giro di pochi mesi, ha davvero recitato tutte le parti in commedia nelle relazioni con la Libia di Gheddafi. Dal celebre baciamano col rais di Tripoli fino all’odierna sciagurata decisione di bombardare, passando attraverso una fitta rete di affari e scambi economici e attraverso l’affidamento al dittatore libico del ruolo di contenimento spesso brutale di folle di migranti africani”.
Ma il piatto odierno non offre esclusivamente la Libia. Torna in auge, di nuovo, il nucleare. Già, perché durante la conferenza stampa congiunta del vertice Italia-Francia a Roma, il premier Silvio Berlusconi non ha nascosto le ragioni – evidenziate tempestivamente da molti – della moratoria e della successiva abrogazione delle norme riguardanti la realizzazione delle centrali nucleari che di fatto hanno annullato il referendum previsto per giugno: “La gente era contraria, fare il referendum adesso avrebbe significato eliminare per sempre la scelta del nucleare. L’accadimento giapponese ha spaventato ulteriormente i nostri cittadini. Se fossimo andati oggi al referendum, non avremmo avuto il nucleare in Italia per tanti anni. Per questo abbiamo deciso di adottare la moratoria, per chiarire la situazione giapponese e tornare tra due anni a un’opinione pubblica conscia della necessità nucleare. Siamo assolutamente convinti che il nucleare sia il futuro per tutto il mondo. L’energia nucleare è sempre la più sicura”.
“Che premier generoso abbiamo, vuole proteggere gli italiani dalle loro stesse paure. Non prendiamoci in giro, il blitz che il governo ha attuato ai danni del referendum sul nucleare è il frutto del delirio paternalistico di Silvio Berlusconi, del suo timore di dar voce alla gente”, ha chiosato il democratico Ignazio Marino. Più diretto, come da consuetudine, il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro: “Berlusconi ha confessato, oggi abbiamo la prova dell’imbroglio, da noi denunciato sin dal primo momento. Non vuole rinunciare al nucleare, ma vuole solo bloccare il referendum perché ha paura del risultato delle urne”.

 

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