A Cannes va in scena l’amore per l’arte
Nell’altalenante produzione cinematografica di Woody Allen, che fa seguire a film di efferato pessimismo maldestramente mascherati da commedia (come Tutti dicono I love you) a film in cui la consapevolezza della mancanza di senso della vita dà luogo ad una profonda pietas verso il genere umano (come Hannah e le sue sorelle), Midnight in Paris, che ha inaugurato ieri la 64esima edizione del Festival di Cannes, si inserisce senza dubbio nel secondo filone – ed è un’ottima notizia. La storia di un commediografo e aspirante romanziere, Gil, magnificamente interpretato da Owen Wilson non come un alter ego di Allen ma come una sua versione migliore, a Parigi con la fidanzata Inez (l’irritante Rachel McAdams), è uno spassoso e ineffabile divertissement che concretizza in forma comica uno dei credi di tutta l’opera del regista, qui esplicitato nientemeno che da Gertrude Stein (Kathy Bates): scopo dell’arte è trovare nella vita quella bellezza e quel significato che altrimenti non possiede.
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