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Milano, lo scivolone che spacca il centrodestra

La Lega prende le distanze dalle accuse del sindaco rivolte a Pisapia. E intanto, tra i due litiganti, il terzo gode

Pace fatta? Macché. Il giorno seguente, se vogliamo, è stato persino peggio. Non si sono placate, infatti, le polemiche dopo il faccia a faccia di ieri, piuttosto duro, tra Letizia Moratti e Giuliano Pisapia, candidati a sindaco di Milano. Durante la registrazione della Tribuna Politica della Rai di oggi la Moratti ha rincarato la dose (reiterando il pensiero già espresso in conferenza stampa) sostenendo che l’intento non era diffamare Pisapia, bensì evidenziare la differenza sostanziale tra i due. La sentenza ricordata dalla Moratti, o almeno questo è stato il suo pensiero, rientra in una strategia di valutazione politica, cioè dimostra che Pisapia ha avuto in passato delle frequentazioni poco raccomandabili e dunque non è degno di amministrare una città come Milano, moderata per definizione. Un concetto espresso anche dal premier, Silvio Berlusconi, nel corso di un intervento radiofonico (uno dei tanti): “È rimasto in Rifondazione Comunista fino a pochi anni fa e poi ha degli alleati che sono l’estrema sinistra e i centri sociali che sono un covo di violenti e di facinorosi. Credo sia questa la cosa importante e non quello che è avvenuto ieri sera in trasmissione”.
Al di là del merito della questione, su cui ci siamo già soffermati, la nota di giornata riguarda senza dubbio la presa di distanza della Lega Nord che in Milano ha certamente una propria roccaforte. Bossi si era smarcato dall’iperbole morattiana nella serata di ieri, mentre nelle ultime ore sono stati Calderoli e Salvini ad ammettere l’errore del sindaco uscente. “Abbiamo tanti argomenti a livello locale e nazionale per poter vincere (e vinceremo) che non vale la pena ricorrere a questi strumenti, veri o falsi che siano”, ha affermato il primo. “Pisapia era un ladro in primo grado, ma è stato assolto, quindi la Moratti ha detto una bugia”, ha chiosato il secondo ospite a Un giorno da pecora. Aggiungendo: “È un mese che viene massacrata sul personale, e quindi si è lasciata andare a qualcosa che si poteva risparmiare”.
Intanto tra i due litiganti il terzo gode. È il candidato del Terzo Polo, Manfredi Palmeri, il quale incalzato dai cronisti sull’argomento ha osservato come quello della Moratti sia stato un autentico scivolone. E, parafrasando Bersani, ha ribadito: “Si è sparata sui piedi. Tanti elettori del centrodestra se ne sono accorti e magari sceglieranno me”.
Tuttavia la Moratti non è stata lasciata sola, anche La Russa, ad esempio, si è schierato al suo fianco. Ma l’errore di comunicazione c’è stato, tanto che Il Foglio – il cui direttore, Giuliano Ferrara, mesi fa era stato presentato come il “nuovo” ghost writer del Cavaliere – non si è lasciato sfuggire l’occasione di rammentare che “il garantismo è tutto d’un pezzo, o non è”. È pur vero che un passo indietro (come invece ha suggerito proprio Il Foglio) avrebbe ulteriormente messo in luce l’autogol della Moratti, il che spiegherebbe la toppa del giudizio sul “piano politico” nei confronti di Pisapia. Ma una cosa è certa: la sindaca è stata malconsigliata e in molti se ne sono accorti anche nel centrodestra. L’infortunio sposterà i voti? Saranno le urne, come è naturale che sia, a decretarlo.

 

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