Daniela Santanchè, la “pasionaria” del Pdl
Non è un falco, ma neppure un piccione. E si definisce una pasionaria, Daniela Santanchè nell’intervista ad Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera. La Santanchè è stata tra gli esponenti del centrodestra più “irrequieti”, per così dire, durante la campagna elettorale. Gli attacchi alla Boccassini e le polemiche a go go hanno caratterizzato il suo appoggio a Letizia Moratti. Così motiva l’esponente del Pdl: “Se esiste il partito dei moderati, è il Pdl. Ho detto moderati; non fessi. La radicalizzazione, per usare una parola in voga, non nasce da Silvio Berlusconi. Nasce dalla caccia all’uomo. Dalle intercettazioni del premier uscite illegalmente. Dalle trasmissioni tv che danno voce a pentiti che hanno sciolto i bambini nell’acido e ora sostengono teoremi assurdi. Nasce dalla Boccassini”.
“Rivendico – aggiunge – tutte le mie battaglie politiche. Ripeto: siamo moderati, non fessi. Se ti attaccano, devi trovare un modo per rispondere. Non sono un falco. Ma neppure un piccione”. E sull’attacco della Moratti a Pisapia durante il faccia a faccia televisivo la Santanchè afferma: “Non vedo nulla di scandaloso nelle sue parole. Lo scandalo è far pregare gli islamici in piazza Duomo. La Moratti, una moderata vera, ha fatto bene a ricordare ai milanesi che Pisapia si è pittato da moderato, ma ha una storia da estremista”. Ma non è stata lei a suggerire tale strategia al sindaco uscente. “La Moratti, con il carattere che ha, le pare una che accetta disposizioni o veline?”.