LE DUE SEDIE VUOTE SUL BARATRO
Un tavolo, una sedia, un cesto di frutta e un violino; di cos’altro necessita un uomo per essere felice? Così diceva Albert Einstein. L’immagine è quella di una natura morta, la stessa che si percepisce osservando i dibattiti tra i candidati a sindaco di due delle maggiori città italiane. L’idea che lo scontro abbia tanto radicalmente sostituito il confronto è deprimente, e questa carrellata di sedie vuote dà la cifra precisa del baratro, perché in questa condizione è verosimile che nessuno sarà vincitore, o che perlomeno non sarà nessuna delle città ancora senza sindaco a vincere. Si succederanno al potere, cambieranno in alcuni casi anche molto, ma mai abbastanza se tra cinque anni, alla nuova resa dei conti, ci saranno altre sedie vuote.
C’è in gioco molta strategia in questo, ed anche condivisibile sotto il profilo tecnico. Ma quale immagine restituisce questa prova? Se le terze camere televisive hanno esautorato il Parlamento è già detto che queste debbano regredire a bivacco sterile, inutile e inutilizzabile? Tornando a Einstein, nei confronti tra questi aspiranti manca il tavolo, quale metafora di un confronto reale, tra Lettieri e De Magistris quanto tra Pisapia e Moratti. Manca il violino: perché la musica è sempre la stessa ed è quella di un disco rotto. La sedia è vuota. Resta solo la frutta, e a quella siamo.
[…] ANCHE "LE SEDIE VUOTE DA CUI SI AMMIRA IL BARATRO"Condividi Scritto da redazione il 26 mag 2011. Registrato sotto Comunicazione, Media, News, […]