Il ritorno di Feltri al Giornale: “Referendum? è solo un voto politico”
Il debutto, o per meglio dire il ritorno, di Vittorio Feltri al Giornale è caratterizzato da un editoriale dal titolo eloquente: L’imbroglio referendum: è solo un voto politico. Feltri spiega, a suo modo di vedere, il perché e il percome i quesiti referendari rappresentino, dopo lo svuotamento di alcuni di essi, uno strumento in grado di offrire il la per la spallata al governo tanto auspicata nelle ultime settimane. E conclude con una idea, quella dell’istituzione del referendum propositivo: “La nostra è una democrazia rappresentativa: eleggiamo al Parlamento i rappresentanti del popolo – potere legislativo – affinché facciano le leggi. Segno che ci fidiamo di loro, altrimenti non li eleggeremmo. Bene. Allora che senso ha il referendum abrogativo il cui effetto può essere – lo dice la parola stessa – quello di vanificare l’attività di coloro che abbiamo delegato a svolgerla? Mistero.
Capirei se introducessimo il referendum propositivo: servirebbe a integrare il lavoro dei deputati e dei senatori. Una consultazione di questo genere sarebbe una ricchezza per la democrazia e non una diminuzione. Poiché, invece, nella presente circostanza il ricorso alle urne è una gagliarda presa in giro dei cittadini, una faccenda di bassa bottega politica, personalmente non ci sto: non andrò a votare. E credo di interpretare il pensiero di parecchi lettori, oltre che la linea del Giornale”.