La difesa. La sentenza dell’Ordine contro Sallusti “è vergognosa e inconcepibile”
Il giorno dopo la decisione dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia di sospendere Alessandro Sallusti per due mesi, la “difesa” sul Giornale spetta a Fabrizio Rondolino il quale inizia il suo articolo citando il primo comma dell’articolo 21 della Costituzione: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Quella dell’Ordine, scrive Rondolino, “è una sentenza vergognosa e inconcepibile: Farina era stato radiato dall’Ordine, si era dimesso, non ha ricevuto un centesimo per i suoi articoli. Sallusti ha ragione, ma in questa battaglia è facile prevedere che rimarrà solo, come solo è rimasto prima di lui Vittorio Feltri. E il motivo è molto semplice: la corporazione dei giorna-listi, le cui emanazioni burocratiche- l’Ordine e il sindacato – hanno il compito di eternarne i privilegi, naturalmente nel sacro nome della libertà di stampa, non ha mai tollerato il berlusconismo applicato ai giornali. Troppo violento, troppo volgare, troppo fazioso: o forse, banalmente, meno ipocrita e più diretto di altre scuole giornalistiche che vanno invece per la maggiore. Il Giornale e Libero – si legge ancora – non sanno come ci si comporta in società, ruttano a tavola davanti all’ambasciatore, mangiano con le mani e porgono sempre al sommelier il bicchiere sbagliato: e questo non è tollerabile dalla corporazione. Il giornalismo in Italia ha sempre fiancheggiato il potere politico ed è sempre stato stipendiato dai grandi gruppi industriali e finanziari: storicamente, la libertà di stampa si è dunque sempre configurata come la libertà di criticare gli avversari e i nemici del proprio padrone (economico o politico non fa differenza). Siccome però i padroni alla fin fine sono tutti amici, la polemica in Italia dev’essere sempre garbata, misurata, elegante, e soprattutto reversibile in caso di nuove, sempre possibili alleanze”.