“No a condotte che creino indebita confusione”
L’indomani della decisione della Camera che ha espresso il parere favorevole all’arresto del deputato del Pdl, Alfonso Papa, coinvolto nell’inchiesta P4, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è tornato a ribadire la necessità di un freno all’intollerabile scontro tra politica e magistratura. Più precisamente, il capo dello Stato ha osservato come “vadano evitate condotte che creino indebita confusione di ruoli e fomentino l’ormai intollerabile, sterile scontro tra politica e magistratura”.
Napolitano si è rivolto in questo modo ai nuovi magistrati in tirocinio, incontrati per l’occasione al Quirinale. “Non spetta al capo dello Stato – ha inoltre ricordato – suggerire o valutare disegni di riforma della giustizia, che sono prerogativa del parlamento nella sua dialettica tra maggioranza e opposizione e nella ricerca di qualificati rapporti esterni a fini di ampia condivisione. Ciò cui dobbiamo mirare tutti assieme è un recupero di funzionalità, e insieme di razionale e limpido profilo, del sistema”. Napolitano è intervenuto sull’altro tema caldo, quello delle intercettazioni, auspicando “un uso sapiente ed equilibrato dei mezzi investigativi”.
“Il discorso – ha osservato – vale in specie per le intercettazioni cui non sempre si fa ricorso, come invece insegna la Corte di Cassazione, solo nei casi di assoluta indispensabilità per le specifiche indagine e delle quali viene poi spesso divulgato il contenuto pur quando esso è privo di rilievo processuale”.
Nel suo intervento Napolitano ha anche suggerito l’ipotesi – al fine di scongiurare particolari personalismi e non scalfire la figura del magistrato – di evitare incarichi politici nella medesima sede dove hanno esercitato le loro funzioni.
In questo senso, il ministro della Giustizia, Angelino Alfano (anch’egli presente all’incontro al Quirinale), ha annunciato l’intenzione del governo di varare una legge che vada proprio nella direzione indicata dal presidente del Repubblica.
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