Bersani “ci mette la faccia” e dopo il Corriere scrive al Fatto Quotidiano
Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, è tornato a scrivere una lettera, stavolta al Fatto Quotidiano, per chiarire la propria versione dei fatti sul caso Penati, vicenda su cui è stato “accusato” di essersi esposto troppo poco (la stessa critica che oggi sul Corsera gli rivolge Polito in risposta alla missiva di ieri). Ma in particolare quella di Bersani è una risposta al giornalista Marco Travaglio e ad alcune inesattezze (così spiega Bersani) che quest’ultimo avrebbe scritto. Ad esempio che Pronzato fosse “un suo uomo”.
“Non è mai stato mio consigliere alle Attività produttive – scrive Bersani –. Lo trovai 11 anni fa al ministero dei Trasporti come consigliere ministeriale, lo confermai assieme agli altri consiglieri per il solo anno in cui fui ministro. Divenne consigliere ENAC parecchi anni dopo. Non fu mai responsabile dei trasporti; ha avuto la responsabilità tecnica sul trasporto aereo nel dipartimento trasporti del Pd diretto da Matteo Mauri. Quella del doppio incarico è una cosa inopportuna, ne convengo, e da non ripetere in casi analoghi. Non nego dunque di aver ricavato insegnamenti dalla vicenda, ma vorrei che la vicenda fosse messa nelle giuste dimensioni. Non dovrebbe essere troppo disagevole peraltro considerare quali siano le persone che davvero ho motivato e promosso in lunghi anni di vita amministrativa. Ho la presunzione di credere che verrebbe riconosciuto che si tratta di gente in gamba e di gente sicuramente perbene. Travaglio infine si è chiesto nei giorni scorsi se io sia la persona giusta per rappresentare il centrosinistra. Non tocca certo a me dirlo. Per le sue valutazioni Travaglio provi comunque a tener conto di una cosa, per quanto ai suoi occhi possa risultare poco credibile: sono talmente provinciale e paesano da mettere il buon nome che ho ricevuto davanti a qualsiasi cosa e a qualsiasi ruolo”.