Wikileaks pubblica l’intero archivio senza “l’aiuto” dei giornali. Ecco la nota di protesta
Wikileaks, l’organizzazione di Julian Assange, ha pubblicato venerdì l’intero archivio, qualcosa come 251 mila documenti. Ma stavolta, a differenza di altre, ad alzare il tiro è stata la decisione di Assange e dei suoi di pubblicare tutto senza omissis e, soprattutto, senza l’ausilio dei giornali “partner”. Il punto è che molti dei nomi presenti all’interno dei dispacci della diplomazia appartengono a persone ora, probabilmente, esposte a rischi. Per questa ragione i giornali collaboratori hanno criticato aspramente Wikileaks (ma c’è chi sostiene maliziosamente che la stampa abbia reagito in questo modo perché “scavalcata” dall’organizzazione). Si legge, infatti, nella nota congiunta del New York Times, El Pais, Der Spiegel, Le Monde e Guardian: “Deploriamo la decisione di Wikileaks di pubblicare in modo integrale i cable del Dipartimento di Stato, che può mettere le loro fonti a rischio. I nostri precedenti accordi con Wikileaks si basavano sul fatto che avremmo pubblicato solo documenti revisionati e opportunamente editati. Continuiamo a difendere quel modello di collaborazione. Non possiamo però difendere la superflua pubblicazione dei dati integrali – e anzi, la condanniamo. La decisione di pubblicare i documenti integrali è stata di Julian Assange, sua e sua soltanto”.