Una tregua difficile
Di Marcello Sorgi
Tregua fragile. La strada resta ancora accidentata
Per varie ragioni, il compromesso siglato ieri a Palazzo Grazioli tra Berlusconi e Tremonti, dopo l’ultima lite per l’assenza del ministro alla votazione sul suo ex-braccio destro Milanese, si presenta piuttosto fragile. Ciascuno dei contendenti fa un passo indietro, il premier rinuncia alla cabina di regia che suonava come un’esautorazione del responsabile dell’Economia, ma quest’ultimo accetta di condividere le decisioni e le riunioni più importanti con i colleghi di governo, e soprattutto con Gianni Letta, che farà la spola tra Palazzo Chigi e gli uffici che furono di Quintino Sella. Non è proprio un commissariamento, ma poco ci manca. Tremonti lo ha accettato perché non aveva altra scelta e perché ancora una volta, in suo favore, proprio quando l’asse con il Carroccio sembrava incrinato, ha funzionato l’amicizia con Bossi, che con poche parole e con il realismo dei vecchi politici ha fatto capire al Cavaliere che era l’unica strada.
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