Un paese con le spalle al muro
Di Marcello Sorgi
Siamo tutti prigionieri del Cavaliere
Incredibile quanto si vuole, la situazione è questa: a diciott’anni dalla scomparsa della Dc, le sorti del governo, ogni giorno di più, dipendono da un gruppetto di democristiani, che vorrebbero democristianizzare Berlusconi.
Per chi ha ancora memoria della Balena bianca, la domenica di ieri ha avuto uno strano effetto déjà-vu: riuniti a Saint-Vincent, grosso modo nello stesso periodo e nello stesso luogo in cui si riunivano sempre i seguaci della corrente di Donat-Cattin, i nuovi Dc hanno cercato in tutti i modi di convincere il democristianissimo e contrarissimo segretario del Pdl Alfano che il Cavaliere deve trovare il coraggio di dimettersi, aprire la crisi, e magari ricandidarsi alla guida di un Berlusconi-bis per il fine legislatura. Che poi le probabilità per il premier di succedere a se stesso siano minime e le possibilità di aprire un negoziato sui posti e sul programma inesistenti, i Dc non lo danno per inteso.
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