Sarebbe bastato un voto in più
Ventotto pasticcioni
Di Alessandro Sallustri
Il governo è andato sotto su un articolo di una legge di bilancio. Un vero pasticcio, frutto di una somma di incidenti. Il ministro Tremonti, tanto per cambiare, non era in aula al momento del voto, così pure Bossi, Scajola, Scilipoti e un’altra ventina di onorevoli. Ognuno di loro ha un alibi di ferro. Giurano che la politica e le tensioni all’interno della maggioranza non c’entrano. Hanno pesato problemi personali e in alcuni casi corporali. Berlusconi ha assistito attonito alla scena e ha lasciato l’aula imprecando (anche se lui lo negherà). Ne ha ben donde. Ci mancava anche lo scivolone alla Camera per complicare le cose e alimentare di benzina la brace su cui si muove la maggioranza. Per sfangarla sarebbe bastato un voto in più, per esempio quello di Tremonti (la legge in questione è sua), che fisicamente era nei paraggi ma ancora una volta si è rifiutato, nella sua arroganza, di mischiarsi al popolo degli onorevoli peones che detesta e schifa.
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