La politica dei cattolici
La missione dei cattolici
Di Ferruccio De Bortoli
Il Paese ha bisogno dei cattolici. La ricostruzione civile e morale non sarà possibile senza un loro diverso e rinnovato impegno politico. E senza un dialogo più stretto, fuori dagli schemi storici, con gli eredi delle tradizioni liberale e riformista. Se n’è discusso molto in questi giorni e il Corriere ha ospitato opinioni di orientamento differente stimolate da un articolo di Ernesto Galli della Loggia. Non si tratta di ricostituire il partito dei cattolici, né di far rivivere, sotto altre forme, la Democrazia cristiana, o il Partito popolare, al di là dell’attualità del pensiero di don Sturzo. L’idea del partito unico è stata seppellita con la Prima Repubblica. E non se ne sente la necessità, nonostante qualche fondata nostalgia per la difesa dello Stato laico e delle sue istituzioni che appariva più convinta ed efficace quando vi era un forte partito di diretta ispirazione cristiana. La cosiddetta Seconda Repubblica è apparsa fin da subito affollata di atei devoti e politici senza scrupoli, ai quali le gerarchie ecclesiastiche hanno talvolta frettolosamente concesso ampie aperture di credito.
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Mi piace molto questo articolo e mi fa piacere che finalmente il corriere ha un direttore serio ed onesto intellettualmente. La Chiesa (e cioe’ tutti noi fedeli) non deve tacere ma parlare ed avere un ruolo importante nell’educazione. Il vero cattolico non deve aver paura di niente e tanto meno avere il complesso di inferiorita’ come ha asserito il signor ateo devoto. La Chiesa non ha mai imposto niente perche’ Dio ci dice cio’ che e’ bene ma poi ci lascia liberi di scegliere, a differenza di certi “laici”(atei) fanatici che vorrebbero tappare la bocca al clero ed imporre la loro su tutti. Come puo’ un cieco guidare un altro cieco? Finiranno tutti e due nel fosso.
Bagnasco mons. Martinelli.