Ora tocca alla Siria
Prossima tappa Damasco
Di Maurizio Molinaro
Muammar Gheddafi è il primo dittatore ucciso dalle rivolte arabe in un evento spartiacque destinato ad avere profonde ripercussioni nel mondo musulmano, ed anche oltre. A svelarlo, con feroce rapidità, è Ahmed, il cittadino siriano che poco dopo l’annuncio della morte del rais invia alla tv Al Jazeera il messaggio «Congratulazioni al popolo libico, spero che lo stesso possa avvenire anche qui». «Il pensiero di tutti è rivolto verso Damasco» osserva Fuad Ajami, arabista della Stanford University, in ragione delle «somiglianze con la situazione libica». Bashar Assad guida una repressione più sanguinosa di quella di Gheddafi – le vittime per l’Onu sono oltre tremila – e a sentire Robert Ford, combattivo ambasciatore Usa a Damasco, «la gente nelle strade inizia a chiedersi perché non passare alla rivolta armata». Il fatto che ieri a Homs almeno sette militari siano stati uccisi a colpi di arma da fuoco lascia intendere quanto l’ombra di Gheddafi incomba su Assad. Damasco ha dimostrato di saper resistere a massicce rivolte non violente come quelle che hanno travolto Ben Ali in Tunisia e Hosni Mubarak in Egitto ma il successo di una sollevazione popolare armata cambia lo scenario.
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