Evviva Di Natale, quando l’età non è un peso
C’è un “ragazzo” di 34 anni che gioca nell’Udinese. Indossa la maglia numero 10, quella dei campioni. Ed è l’unico italiano in lizza per la conquista del Pallone d’oro. In barba a quanti auspicherebbero un completo ricambio generazionale nel calcio, Antonio Di Natale, il “ragazzo” 34enne che di professione fa l’attaccante in Serie A, è il calciatore italiano che vanta il più alto numero di reti negli ultimi due anni, vincendo la classifica marcatori nelle stagioni 2009-2010 e 2010-2011. Il giocatore napoletano che ha per lo più militato in squadre del profondo Nord ha messo inoltre in bacheca, come se i titoli di capocannoniere non fossero già abbastanza, i premi di Migliore calciatore italiano e Fair Play. Tutti nel 2010, a 33 anni suonati. Non proprio in tenera età, insomma, per quanto i movimenti in mezzo al campo siano ancora quelli di un ragazzino.
A suggellare la splendida carriera di Totò, spesso troppo sottovalutata, è arrivata la candidatura al Pallone d’oro. Di qui un duplice pensiero, malizioso anzichenò.
Il primo è che, essendoci un solo candidato italiano al massimo riconoscimento europeo, l’Italia dimostra la sua crisi in più ambiti, non ultimo nel calcio. Ipotesi azzardata? Può darsi, ma i fatti non sembrano smentirci più di tanto.
La seconda è che evidentemente puntare sui giovani accantonando i più longevi, come si suggerisce in ogni dove, non sempre è la mossa giusta. Forse il ricambio generazionale strombazzato qua e là andrebbe ponderato e valutato caso per caso. A patto che si parli di fuoriclasse, intendiamoci.
Diciamo come stanno le cose: ci sono vecchietti arzilli che hanno molto da insegnare alle giovani leve. Non è che i Del Piero, i Totti o i Nesta nascano tutti i giorni. E neanche i Totò Di Natale, a ben vedere.