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Giuliano Ferrara da gennaio su Rai Due con “L’Esame”

“Prima eredito la cattedra di Enzo Biagi, adesso il trono di Michele Santoro. Non mi aspetto cifre esplosive di share, vorrei concedere ai telespettatori due ore di sana e pacata riflessione”, ha commentato Giuliano Ferrara con Il Fatto Quotidiano. Il direttore de Il Foglio, infatti, occuperà lo spazio del palinsesto di Rai Due, lasciato vuoto da Michele Santoro. Il programma si chiamerà L’Esame e prenderà il via da gennaio.

 

1 Commento per “Giuliano Ferrara da gennaio su Rai Due con “L’Esame””

  1. gianni tirelli

    GIULIANO FERRARA: L’INTELLIGENZA DI MISTER FLOP !

    Ma cos’è questa “intelligenza” se non l’uso positivo delle proprie capacità, e dispensatrice di sapere, di equità e di gioia!
    L’intelligenza non è accentratrice, aborra ogni forma di cortigianeria e di servilismo. L’intelligenza è leale e dice sempre la verità. Non si nasconde dietro vane parole o dentro fumosi meandri di contraddizione! L’intelligenza guarda nel più profondo di noi stessi e ci scuote dal torpore delle nostre miserie e debolezze. L’intelligenza semina amore e, l’amore, torna all’intelligenza. L’intelligenza illumina la caverna della stupidità, rianimando gli imbecilli dall’indolenza dei loro gesti e pensieri.

    Giuliano Ferrara, diversamente, non é niente, non dice niente, non produce niente e non insegna niente. E’ il verso di se stesso; l’immagine iconografica di una inedita e moderna stupidità che, attraverso il filtro mediatico di un ripetuto repertorio circense, trasfigura la sua originaria inconsistenza culturale, in un eccentrico, quanto fumoso, esercizio didattico.
    Quando prende le difese di Silvio Berlusconi e lo sprona alla “riscossa” conferma la sua natura servile e pusillanime, permeata di ipocrisia, narcisismo paranoide e connaturata mala fede.
    L’assenza, poi, di una salutare introspezione, di una corretta e coerente analisi delle circostanze e, un’incapacità di base di giungere a conclusioni oggettive (equidistanti da ogni interesse, privilegio e appartenenza), collocano Giuliano Ferrara e simili, fuori da ogni dimensione che si possa definire o ritenere di natura intellettuale e che ne contempli l’intelligenza.
    La furbizia oratoria e la retorica di difesa, al contrario, sono una contraffazione dell’intelligenza. Un vile escamotage, a beneficio di una platea di allocchi!

    Questi soggetti che, fino a ieri, hanno sempre sostenuto ad oltranza Silvio Berlusconi (contro ogni logica e buon senso) e condiviso ogni sua minchioneria ed elucubrazione mentale oggi, dopo la batosta delle amministrative, la mazzata dei referendum, spiazzati dalla drammatica e contingente situazione italiana, si cimentano nella inedita veste di critici, di pacificatori e di saggi consiglieri.
    E’ per tanto lapalissiana e conclamata l’ipocrisia e la disonestà intellettuale di Ferrara e combriccola, nelle persone di Belpietro, Sechi, Feltri, Sallusti e Vespa. Loro, che da sempre, lo hanno spronato a radicalizzare ed estremizzare la campagna politica, usando Silvio Berlusconi come “testa di legno” per scaricare sull’opposizione e i suoi elettori, quell’odio profondo, quell’invidia mal celata e quella frustrazione lancinante, effetti collaterali di una competizione impari, per la supremazia culturale e intellettuale ad esclusivo appannaggio della sinistra italiana. Questo genere di persone, traducono ogni cosa e circostanza in un fatto personale, disertando così ogni vera passione, impulso rigeneratore e concetto di bene comune; concentrati come sono nel dare priorità assoluta ai loro atavici complessi di inferiorità (mai risolti), paranoie e debolezze, adducendone attenuanti di sorta e colpevolizzando terzi, dei loro fallimenti, umani, politici e professionali.
    Oggi, queste canaglie senza limite della decenza e dall’animo servile, si sono rese responsabili, in primis, non solo del tracollo berlusconiano ma, della deriva etica, morale ed economica di questo paese. Ai posteri l’ardua sentenza!!

    Appartengono a quegli individui privi di volontà e inclini al servilismo, alla diffamazione e al tradimento; tratti caratteriali di un’indole epurata da ogni oggettivo parametro di riferimento, scale di valori e ragionevolezza.
    Per tanto, non sono capaci di veri sentimenti ai quali, da esperti commedianti, prediligono una grottesca messinscena, permeata di enfasi, costernata commozione e sentita preoccupazione. Vivono in uno stato di dissociazione perenne, confondendo i confini fra la finzione e la realtà, e incorrendo così, nel serio rischio, di non sapere più distinguere l’una dall’altra.
    Del resto, anche la qualità e la forza delle emozioni sono il risultato di impegno, di consapevolezza e discernimento, e tutte, fanno capo a quell’impulso rigeneratore e rivoluzionario che trasforma l’uomo in credente: la volontà.

    Giuliano Ferrara sguazza nel torbido del suo Ego in sovrappeso, mascherato da intelligenza che, come grasso, cola da ogni suo poro, scivolando lungo le rotondità di una massa adiposa al limite del collasso.

    Gianni Tirelli

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